"Quello di oggi è stato un incontro per conoscerci: abbiamo detto che a noi interessa entrare nel merito dei problemi. Abbiamo posto tre priorità: salute e sicurezza sul lavoro, pensioni, salari e potere d’acquisto. Insieme a queste c'è la precarietà del lavoro a un livello inaccettabile". Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, al termine dalla riunione con il ministro del Lavoro Marina Calderone, insieme alle altre parti sociali.

Ora entrare nel merito

Non ci sono state risposte, naturalmente, adesso bisogna entrare nel merito. "Noi abbiamo presentato piattaforme molto precise - prosegue Landini -: pensiamo sia necessario recepire la normativa sul salario minimo e fare una legge sulla rappresentanza, che dia validità nazionale ai contratti per far sì che valgano per tutti, comprese partite Iva e lavoro autonomo. Bisogna costruire un sistema in cui tutti quelli che lavorano hanno stessi diritti e stesse tutele".

Le bollette e il caro vita

Un incontro dunque conoscitivo. "Vedremo se nei prossimi giorni il ministro del Lavoro vorrà convocare singoli tavoli sugli argomenti specifici", aggiunge il leader di Corso d'Italia che ricorda: "Pochi giorni fa insieme a Cisl e Uil abbiamo scritto una lettera al presidente del Consiglio: chiediamo di essere convocati in modo preventivo sulle scelte che intendono assumere, sia in legge di bilancio che sulle misure di emergenza".

Nello specifico, la Cgil vuole essere ascoltata "su come si pagano le bollette e come si affronta il caro vita, che per noi significa aumentare il netto di salari e pensioni, a partire da una riforma fiscale degna di questo nome".

Il nodo dei navigator

Su questo punto, aggiunge Landini, "non abbiamo avuto risposte e ci aspettiamo una convocazione. Oggi non esprimiamo un giudizio di merito, perché è stato un avvio, poi verificheremo concretamente quello che avviene". Dal ministro del Lavoro inoltre "attendiamo una convocazione sul tema dei navigator, ovvero un migliaio di persone che ha lavorato tre anni e rischia di non avere alcuna prospettiva nel campo delle politiche attive".

Per giudicare sull'operato dell'esecutivo, in definitiva, "dobbiamo verificare le misure nella legge di bilancio, cosa farà sulle bollette e su pensioni, salute, sicurezza e precarietà. Verificheremo - conclude -se saranno recepite le nostre richieste di cambiamento".

Ritirare il decreto rave

 A seguire il segretario della Cgil si è recato al Viminale per un altro incontro. "Al ministro Piantedosi abbiamo chiesto il ritiro del decreto perché le leggi ci sono già", ha detto riferendosi al decreto rave. "Abbiamo espresso al ministro perplessità e contrarietà innanzitutto di metodo - aggiunge -: non si capisce perché intervenire per decreto su una materia così delicata modificando il codice penale. In assenza di una reale urgenza, visto tra l'altro che la situazione era già stata risolta".

Sui contenuti, poi, "ci sono norme del 2018 che permettono di gestire situazioni di questo tipo: non vediamo quindi la ragione di confermare un decreto pericoloso per com'è scritto, con termini generici come invasione e raduno che possono essere estesi anche ad altre iniziative. Il ministro - da parte sua - si è detto disponibile a dare tutti i chiarimenti necessari e ha ribadito che libertà e diritti sindacali non sono in discussione, ma per noi il decreto va ritirato".