Dopo le vacanze estive, alla ripresa di settembre, delle importanti novità attendono tutti quelli che rientreranno al lavoro dopo le ferie. Il 31 agosto, infatti, segnerà la data di fine dell’istituto dello smart working  così come lo abbiamo conosciuto durante lo stato di emergenza, e che ha avuto diverse proroghe fino al 31 luglio scorso. Dal 1° settembre, infatti, per usufruire dello smart working non esisteranno più indicazioni e direttive emanate dal governo e valide per tutti. Le aziende dovranno stipulare accordi individuali con i singoli lavoratori che intendono continuare a usufruire di questa modalità di lavoro, secondo quanto concordato con il proprio datore.

L’accordo lavoratore-azienda

L’accordo individuale dovrà contenere indicazioni specifiche sulle modalità di esecuzione del lavoro agile, con particolare riguardo a: durata del periodo; alternanza tra periodi di lavoro in presenza e smart working; luoghi dell’esercizio della prestazione lavorativa; strumenti di lavoro utilizzati; tempi di riposo e relative misure tecniche volte a garantire il diritto alla disconnessione; forme e modalità di controllo della prestazione lavorativa compatibili con la normativa sulla privacy e lo Statuto dei Lavoratori; forme e modalità di esercizio dei diritti sindacali.

La procedura semplificata per le aziende 

Resterà comunque in vigore il regime semplificato delle comunicazioni al Ministero del Lavoro: dal 1° settembre infatti le aziende non dovranno più trasmettere le singole intese raggiunte una per una con ogni dipendente, ma potranno comunicare solo l’elenco dei contribuenti che hanno deciso in autonomia di firmare l’accordo.

Lavoratori fragili e con figli minori di 14 anni

Rimane in sospeso la questione che riguarda il lavoro agile per i lavoratori fragili o con figli minori di 14 anni. Le parti sociali hanno chiesto una proroga fino al prossimo 31 ottobre, ma la misura non è entrata nel decreto legge Aiuti bis approvato dal Parlamento. Il  ministro Andrea Orlando ha affermato che l’obiettivo resta quello di individuare le risorse necessarie in fase di conversione del decreto. Staremo a vedere.

Il decreto Conciliazione vita-lavoro

A tamponare in parte queste lacune arriva in soccorso il Decreto legge sulla Conciliazione vita-lavoro, che entra in vigore da oggi, 13 agosto 2022. Il provvedimento ha come scopo quello di favorire una più equa ripartizione dei compiti di cura tra uomini e donne, in un'ottica di equa condivisione delle responsabilità. I datori di lavoro pubblici e privati che stipulano accordi per lo smart working dovranno riconoscere delle priorità. Le prime richieste di lavoro da casa a dover essere accolte dovranno quindi essere: per chi ha figli fino a 12 anni di età e, senza alcun limite di età, nel caso di figli in condizioni di disabilità, per i caregivers. La lavoratrice o il lavoratore che richiede di fruire del lavoro agile non può essere sanzionato, demansionato, licenziato, trasferito o sottoposto ad altra misura organizzativa avente effetti negativi, diretti o indiretti, sulle condizioni di lavoro. Qualunque misura adottata in violazione a tale norma è da considerarsi ritorsiva o discriminatoria e pertanto nulla. La nuova norma, che riguarda parimenti sia le madri lavoratrici che i padri lavoratori, supera quanto precedentemente previsto dalla legge, che dava priorità solo alla madre lavoratrice entro i primi tre anni di vita del bambino. Di fatto, lo smart working era contemplato tra le opzioni cui fare ricorso alla fine del congedo obbligatorio di maternità.

Ad oggi lo smart working in Italia, sia per il settore pubblico che per quello privato, è disciplinato dalla Legge 22 maggio 2017, n.181.