Tutti giù per terra. Ancora una volta le lavoratrici e i lavoratori della Ryanair, della CrewLink, l’agenzia interinale che recluta per la compagnia irlandese e di Malta Air che fa parte del gruppo, insieme a Filt Cgil e Uiltrasporti hanno deciso di incrociare le braccia per tutta la giornata di domenica 17 luglio (la commissione di garanzia sullo sciopero ha successivamente ridotto la protesta a 4 ore). Per dire "basta" a un girotondo infinito di turni di lavoro massacranti e condizioni critiche che non sono più accettabili.

Stavolta, più che mai, non sono soli. In settimana l’appello dello scalo londinese di Heathrow, uno degli aeroporti più trafficati del mondo, affinché le compagnie aeree non vendano più biglietti per l’estate, ha acceso i riflettori sul collasso del trasporto aereo, falcidiato da tagli e rincorse al massimo profitto con il minimo sforzo giocate sulle spalle dei lavoratori. La didascalia di questa foto notizia sta tutta nella sintesi delle condizioni di lavoro imposte nella madre di tutte le low cost.

La giornata tipo di un lavoratore Ryanair
Per tracciare la giornata tipo di un lavoratore Ryanair ci siamo avvalsi dell’aiuto di due fonti. Un ex assistente di volo della compagnia, Simone Vaglio, al tempo anche delegato della Filt Cgil, fuoriuscito dalla compagnia nel 2019, e le risposte a un sondaggio condotto dalla Filt Cgil e dalla Uiltrasporti su un campione di oltre 400 lavoratori. Scordatevi lo stereotipo del cocktail tra salario alto, riposi garantiti e una vita da turista. Non esiste più, da nessuna parte, ammesso che sia mai esistito. In Ryanair il personale di bordo è in catena di montaggio.

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“In Ryanair – ci racconta Simone – il roster è immutabile (il roster è la griglia dei turni, ndr). Ci sono cinque giorni consecutivi di lavoro di mattina e tre di riposo. Poi cinque giorni di pomeriggio e tre di riposo. Il turno è di 12 ore. La giornata parte da un punto A, che è la tua base, e si conclude al punto A. Tra un volo e l’altro si calcolano anche 25 minuti di turnaround, quando fai sbarcare, pulisci la cabina e si riparte. Di solito le tratte da coprire in un singolo giorno sono quattro. Spesso, se parliamo del tuo ultimo giorno di pomeriggio del turno e il tuo ultimo volo è in serata, succede di staccare oltre la mezzanotte, nel giorno libero: in questo caso dovrebbero darti quanto meno la diaria o il recupero”. Dovrebbero, appunto.

Cerchiamo di ricostruire plasticamente questo girotondo. Eccola la giornata tipo. Imbarco passeggeri, decollo, atterraggio, sbarco, pulizia della cabina. Imbarco, decollo, atterraggio, sbarco, pulizia della cabina. Imbarco, decollo, atterraggio, sbarco, pulizia della cabina. Imbarco, decollo, atterraggio, sbarco. Eccola, fase per fase, la catena di montaggio che a volte rende infinite le giornate di lavoro tipo di un assistente di volo Ryanair.

Quali sono le conseguenze di questa trafila? “Rispetto alle altre compagnie, questi turni ti portano spesso al limite delle Ftl (Flight time limitations, letteralmente le limitazioni alle ore di volo, ndr). Secondo l’Enac, tu puoi lavorare un massimo di 900 ore l’anno, che si traduce in un massimo di 100 ore al mese. In Ryanair lavori sempre fino al limite, e negli ultimi mesi spesso diventi not available, non disponibile, con evidenti problemi anche sul salario, visto che sei pagato a ore di volo”, attacca l'ex delegato.

Tra i punti critici emersi nel sondaggio – segnala la Filt Cgil a conferma del nostro testimone - ci sono gli orari di lavoro massacranti, i turni troppo lunghi, la volontà da parte dell’azienda di spingere gli addetti sempre verso il tetto delle ore massime di volo previste dalla normativa europea.

Niente fatigue
Cosa potreste fare di fronte alla stanchezza? In questa compagnia sostanzialmente niente. Gli intervistati hanno confermato infatti che in Ryanair, a differenza delle altre compagnie, non si "chiama" la cosiddetta fatigue, una segnalazione tipica del settore che serve a indicare uno stato di stanchezza sia mentale sia fisica dovuta a carichi di lavoro eccessivi che può compromettere lo stato di allerta e la capacità di svolgere i propri compiti in maniera sicura. Insomma, tra turni, ritardi e mansioni da soddisfare, la conseguenza è che la soglia dell’attenzione possa diminuire.

Non finisce qui
Ma le condizioni di sfruttamento non finiscono qui. “Sostanzialmente – ci racconta ancora Simone – la procedura per richiedere i congedi parentali o i permessi per la 104 è congegnata in modo tale da rendere quasi impossibile riuscire a usufruirne. L’azienda ti dice che dovresti richiederli con 12 settimane di anticipo, ma anche quando lo fai, all’ultimo momento non te li concedono. Per non parlare della maternità. Di fatto, ti ritrovi a lavorare in un contesto in cui ti spremono come un limone, fai queste attività intensissime senza la possibilità di recuperare la fatica accumulata o di poter gestire anche le difficoltà nel tuo privato. Per questo in Ryanair c’è un fortissimo ricambio”.

Del resto le risposte del sondaggio della Filt Cgil denunciano giornate di malattia non retribuite, ferie richieste nel periodo estivo e rifiutate, ore di straordinario, dovute ai ritardi, non pagate, anche se si finisce di lavorare dopo la mezzanotte e all’interno del proprio giorno di riposo.

Alla base vi è anche una fondamentale mancanza di comunicazione tra lavoratori e compagnia. La compagnia – si legge nell’indagine – non ha personale amministrativo nei paesi in cui opera, le criticità sono spesso gestite da persone all’estero che non hanno alcuna conoscenza della normativa italiana. I trasferimenti di base, se accettati, si concretizzano dopo molti anni, senza in nessun modo prendere in considerazione le esigenze e le necessità delle persone.

Certo, la pausa pranzo resta. Ma fino a un certo punto:”In realtà anche lì siamo soggetti a regole uniche nel panorama del trasporto aereo – ammette Simone –. Adesso, grazie alle proteste di giugno, si ha diritto a una bottiglietta d’acqua a tratta, ma il cibo devi pagarlo (come qualsiasi passeggero) o portartelo da casa. Per non parlare del parcheggio in aeroporto. Tutte spese scaricate sui lavoratori”.

Restando a bordo, tra le criticità segnalate nel sondaggio, c’è la pressione continua a vendere ai passeggeri qualsiasi cosa. “Arriviamo a comportarci – è la denuncia di uno dei 400 lavoratori intervistati – come se fossimo dei venditori ambulanti al mercato, con la conseguenza di sfinire i passeggeri che si stancano di sentirci parlare in continuazione”.

Divide et impera
Divide et impera. Perché in questo lungo cahier de doleance, c’è anche da sottolineare che gli assistenti di volo della compagnia irlandese risultano assunti come impiegati, senza il riconoscimento delle tutele previste per i naviganti, spesso con una retribuzione definita “ridicola” in alcune interviste. Le differenze nella babele delle assunzioni, tra diretti Ryanair, interinali di CrewLink e dipendenti di Malta Air, dallo luogo a contratti differenti per le stesse qualifiche e mansioni. Per questo nel sondaggio in molti chiedono contratti uguali per tutti gli assistenti di volo. “Non è possibile – recita una delle tante risposte – che sullo stesso volo ci siano assistenti pagati differentemente solo perché assunti da differenti società di comodo”. E il contingency agreement di riduzione dei salari, sottoscritto da alcuni sindacati e associazioni professionali, viene definito “fasullo” in quanto ora si lavora più che prima della pandemia, ma si continua a guadagnare meno per scongiurare dei licenziamenti che Ryanair persiste nel paventare.

Le relazioni sindacali
Soli, sfruttati, di fronte a un’azienda sfuggente che quasi mai dialoga con i lavoratori. L’unica speranza restano i sindacati. A loro si affida il compito difficilissimo di “cambiare lo stato attuale delle cose, sia da un punto di vista economico, sia in termini di condizioni di lavoro”.

“Fare il delegato in Ryanair – ci ha detto l'ex assistente di volo – è abbastanza atipico. Perché loro vanno avanti tramite avvocati, in ogni paese delegano a studi legali tutti i rapporti con le organizzazioni di rappresentanza. Spesso e volentieri, soprattutto dopo le grandi battaglie del 2018, arrivi a un certo punto che ti sembra di combattere contro i mulini a vento”.

Le cose cambieranno? Si sciopera soprattutto per questo. Il 17 luglio tutti giù per terra perché i diritti decollino anche nella low cost.