La storia è simile a quelle che tante volte abbiamo raccontato su queste pagine. Lavoratori in subappalto con contratti diversi da quelli che gli spetterebbero, meno diritti e meno garanzie, in condizioni di maggiore ricattabilità e debolezza. In questo caso, però, alcuni lavoratori della Lmn Service, una cooperativa impiegata all’interno della Proma, hanno preso carta e penna e hanno scritto una lettera. Destinatario: il presidente della ditta, non la società di cui sono diretti dipendenti, ma l’altra, quella che ha l’appalto da Stellantis nell’area industriale di Melfi, e ha dato in subappalto la commessa. Perché questo imprenditore nel 2016 è stato nominato Cavaliere del lavoro dal Capo dello Stato Sergio Mattarella.  

“Incuriositi, ci siamo documentati per capire quali fossero i meriti per poter essere insigniti con questa onorificenza – scrivono gli operai della Lmn -. La risposta l’abbiamo trovata: la legge cumula i requisiti imprenditoriali e manageriali con quelli civili e sociali, mettendo in primo piano la specchiata condotta civile e sociale e indicando come motivo di particolare benemerenza quello di aver operato per l’elevazione economica e sociale dei lavoratori”.

Il fatto è che la Lmn Service da anni sfrutta i suoi operai, riducendo gli stipendi e creando una situazione di precarietà e sofferenza. Altro che “elevazione economica e sociale dei lavoratori”, che qui non viene per niente rispettata. “Probabilmente, presidente, lei non ci conosce e non è a conoscenza della nostra situazione”, scrivono i dipendenti della cooperativa in subappalto, che denunciano: “Nonostante contribuiamo alle produzioni della sua azienda e quotidianamente viviamo le stesse situazioni, in quanto operiamo fianco a fianco con i lavoratori della Proma e sulle linee del suo stabilimento da ormai sette anni, ci sono disparità che mettono in discussione troppi diritti salariali, salute, sicurezza. Inoltre anche negli atteggiamenti subiamo umiliazioni ormai insostenibili”.

Non basta. I contratti a termine vengono rinnovati periodicamente e ogni volta si comprimono i costi. “Siamo considerati e trattati come operai di serie B, come delle bestie – protesta Fabrizio Raimondo, dipendente Lmn -: facciamo il lavoro che in Proma non vogliono fare, ci vengono assegnati i compiti più gravosi. E quando c’è un problema viene scaricato su di noi, che stiamo zitti pur di non perdere il posto. Come è possibile che un Cavaliere del lavoro non sappia che noi operai della Lmn non abbiamo gli stessi diritti dei suoi operai? Ci auguriamo che a seguito di questo messaggio ci restituisca la dignità e il rispetto che meritiamo”.