“Servono garanzie per i 600 lavoratori del Ssr. Pretendiamo risposte su contratto, autonomia negoziale, risorse e progressioni. Se azienda e Regione non fanno chiarezza, la mobilitazione crescerà”. Così Francesco Frabetti, Fp Cgil Roma Eva, Sandro De Paolis, Cisl FpRoma Capitale Rieti, e Igino Rocchi, Uil Fpl Roma e Lazio, dopo che questa mattina si è svolto il presidio di protesta dei lavoratori del Policlinico Tor Vergata.
 
“Bisogna uscire dall’incertezza sul destino del Ptv e mettere finalmente ordine nei rapporti tra sistema sanitario regionale e università. I dipendenti della Fondazione Ptv hanno diritto al rispetto del contratto di Sanità pubblica e devono avere un proprio tavolo di confronto per le decisioni che riguardano il loro lavoro. Deve essere garantita la giusta rappresentanza sindacale e la possibilità di determinare il proprio futuro: è ora di uscire definitivamente dalle ambiguità che hanno sin qui caratterizzato la gestione delle risorse umane”, attaccano i responsabili di categoria. “Così come vanno cancellate tutte le disparità di trattamento tra lavoratori che operano fianco a fianco ma con condizioni normative ed economiche diverse. Allo stesso lavoro deve corrispondere stesso salario e stesse tutele.
La struttura non può andare avanti con una configurazione ibrida che sta portando la situazione all’impasse per servizi e lavoratori. A partire da salario, contrattazione, valorizzazione delle competenze, ma anche dalle progressioni verticali, visto che l’azienda sta tentando di imporre ingiustificatamente una disciplina delle procedure selettive che danneggerebbe ancora una volta il personale del Ssr”, proseguono Frabetti, De Paolis e Rocchi.
 
“Il Protocollo di intesa che ridefinirà la nuova azienda ospedaliera universitaria e le condizioni di tutti gli operatori, dovrà tener conto di un principio base: se le risorse continueranno a essere finanziate dal Ssr per la quota assistenziale, il contratto collettivo del personale dovrà essere quello della Sanità pubblica. Pretendiamo che la Regione Lazio, responsabile del funzionamento dell’intero Ssr, convochi subitole segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil”, concludono i sindacalisti. “Il presidio di oggi è solo il primo passo di una mobilitazione che in assenza di risposte crescerà: siamo pronti a mettere in campo tutte le iniziative necessarie”.