La vertenza
Jesi, Liomatic condannata

Il tribunale di Ancona: l'azienda ha agito in modo unilaterale con un comportamento antisindacale, chiudendo lo stabilimento e trasferendo il personale a oltre cento km di distanza senza un confronto con i sindacati. "Grande soddisfazione per la sentenza". dichiara la Filcams provinciale
La Filcams Cgil di Ancona, in seguito alla sentenza del Tribunale di Ancona, che ha accertato la condotta antisindacale da parte della società Liomatic, esprime grande soddisfazione per il risultato con cui si sottolineano le ragioni del sindacato.
Si ricorda che Liomatic, a gennaio, ha deciso in maniera unilaterale di procedere alla chiusura dello stabilimento di Jesi, trasferendo presso altre sedi il personale coinvolto (circa 40 persone), costringendo i lavoratori a scegliere tra trasferimenti inaccettabili, anche a oltre cento km di distanza, piuttosto che inevitabili dimissioni. L'organizzazione sindacale, per bocca dei segretari provinciali Carlo Cotichelli e Sara Dominella, aveva denunciato il comportamento aziendale per diverse ragioni tra cui il mancato ricorso agli strumenti normativi previsti oltre al mancato confronto con l'organizzazione sindacale che era stata informata a cose fatte e senza alcuna possibilità di costruire soluzioni alternative e condivise tra le parti.
"La decisione del tribunale, sebbene abbia accertato l'importanza e la violazione del diritto d'informazione contenuto nei Ccnl da parte di Liomatic, non incide tuttavia sulla condizione delle lavoratrici e dei lavoratori interessati; pertanto la Filcams si riserva di promuovere ulteriori iniziative, anche legali, di tutela individuale e collettiva. Cogliamo l'occasione per ringraziare le lavoratrici e i lavoratori, a cui questa sentenza restituisce dignità e ne segna una prima vittoria e lo studio legale di riferimento della Cgil di Ancona per l'ottimo lavoro svolto. Senza dubbio, tale sentenza aumenta l'amarezza per la perdita del sito produttivo di Jesi, anche in considerazione del complessivo atteggiamento di tutti i soggetti coinvolti che, in questo caso, non hanno collegialmente creduto nella risoluzione positiva della vicenda", affermano i due dirigenti sindacali.