"Una sentenza storica per discriminazione di genere". Così definisce Natale Vitali, segretario generale Fp Cgil Ferrara, l'ordinanza del Tribunale locale, emessa in seguito alle azioni legali promosse da un lavoratore della Polizia locale e dalla Funzione pubblica Cgil nei confronti del Comune di Ferrara. L'ordinanza condanna la condotta illegittima del Comune, tenuta nel processo di armamento del Corpo di Polizia e assume rilievo sotto diversi profili di discriminazione, diretta e indiretta, per il regolamento comunale emesso nel maggio 2020, dove si rende incompatibile l'appartenenza al Corpo di Polizia locale con lo status di obiettore di coscienza.

La vicenda riguarda, in parte, un lavoratore che, in ragione del fatto di avere in passato manifestato l'obiezione di coscienza, rifiutando di prestare servizio militare in occasione della sua chiamata alla leva, si vedeva assegnato d'ufficio nel 2021 alla Centrale radio operativa (con la perdita dell'indennità di servizio esterna) e le donne mai soggette alla leva obbligatoria, senza quindi mai essere state messe nella condizione di poter manifestare formalmente l'obiezione di coscienza. La sentenza ha perciò sancito che lo stato di obiettore di coscienza non è ostativo alla permanenza nel Corpo di Polizia e, seppur in presenza di un regolamento, questo non può essere retroattivo, in quanto al momento delle assunzioni dei soggetti interessati non era prevista alcuna limitazione in tal senso.

“Questa è una giornata importante per il diritto del lavoro – rileva Vitali –. La sentenza emessa dal Tribunale di Ferrara, in seguito al nostro ricorso, avrà ricadute a livello nazionale in materia di discriminazione diretta e indiretta. Ancora una volta, abbiamo portato avanti una battaglia di merito e abbiamo vinto nelle politiche del lavoro. Ci facciamo pure tramite della parola della giudice per rispondere al segretario Falcitano, del sindacato Diccap Sulpl, che lo scorso anno ci chiedeva conto delle motivazioni per cui ritenevamo possibile la manifestazione di obiezione di coscienza all'interno della Polizia locale". 

La sentenza, che condanna il Comune di Ferrara al risarcimento dei danni nei confronti del lavoratore (e il reintegro nelle mansioni in servizio esterno), della Funzione Pubblica e al pagamento delle spese legali, è l'ennesima vittoria in giudizio di azioni portate avanti dall'organizzazione sindacale: “È la terza sentenza che ha come tratto distintivo la discriminazione – sottolinea Cristiano Zagatti, segretario generale Cgil Ferrara -. Siamo molto preoccupati per i danni che questa amministrazione sta provocando sul territorio, anche in vista della futura declinazione dei fondi del Pnrr. Una Giunta che, per il bene della città, dovrebbe essere dimissionaria per manifesta incapacità amministrativa”.

"Ci fa piacere che la giudice abbia sancito quello che noi chiedevamo da tempo - commenta Silvia Pivetti, della Fp Cgil Ferrara -. D'ora in poi, sarà necessario chiedere alle donne della Polizia di esprimersi sull'obiezione di coscienza. Fra l'altro, il Comune non ha ancora indicato quali saranno i servizi dove sarà obbligatorio l'uso dell'arma per i dipendenti del Corpo di Polizia. Una cosa è certa: si deve agire nel rispetto di leggi e delle sentenze senza alcun carattere discriminatorio. Anche per questo, ringraziamo Marina Capponi e Sibilla Santoni, le due avvocate del Foro di Firenze che ci hanno assistito, permettendoci di raggiungere questo importante risultato".