"Apprendiamo con sconcerto e preoccupazione l'intenzione espressa dal Leonardo, azienda a partecipazione statale, di chiudere sostanzialmente il sito di Pomezia, dove resterebbe solo un magazzino automatizzato, trasferendo altrove attività e personale". A dirlo è la Cgil Roma sud, Pomezia e Castelli: "Tale scelta appare del tutto immotivata, considerando l'andamento più che positivo dello stabilimento di Pomezia, cosi come quello aziendale nel complesso, e quindi questa 'razionalizzazione' si inserisce non in una situazione di crisi, ma al contrario di espansione e investimenti che esclude però la zona di Pomezia".

La decisione, qualora si realizzasse, avrebbe "un forte impatto sul nostro territorio, con ripercussioni anche sulle aziende dell'indotto e sui lavoratori del ciclo degli appalti, a partire da mense, pulimento, manutenzioni. Si realizzerebbe un ulteriore impoverimento del tessuto industriale e produttivo in un settore rilevante quale l'elettronica. Pomezia è un distretto con una forte e storica vocazione industriale che ha subito negli anni processi di deindustrializzazione e crisi, ma presenta molte potenzialità, a partire da una posizione strategica alle porte di Roma, e importanti realtà dalla farmaceutica all'elettronica, all'agroalimentare".

La Camera del lavoro, dunque, sollecita "politiche integrate per la valorizzazione e lo sviluppo produttivo del territorio" e chiede "alle istituzioni locali, al Comune di Pomezia e alla Regione Lazio d'impegnarsi per evitare al nostro territorio quest'ulteriore perdita di una storica e importante azienda e avviare un percorso di rilancio che renda Pomezia maggiormente attrattiva per gli investimenti pubblici e privati".