Partecipazione e coinvolgimento attivo questa mattina in piazza prefettura a Bari. Cgil, Cisl e Uil hanno ribadito l'appello rivolto alla cittadinanza e alle istituzioni. Gigia Bucci, Giuseppe Boccuzzi e Franco Busto, chiedono una reazione immediata del territorio rispetto ai fatti drammatici che stanno caratterizzando tutto il mondo del lavoro, coinvolgendo in maniera trasversale i vari settori: dal metalmeccanico, al tessile, dal chimico, al manifatturiero, alla cultura, ai servizi.

"Il lavoro è l’elemento democratico più importante all’interno di un Paese - hanno detto -  perché ne determina la qualità di vita delle persone e della democrazia stessa. Quando manca il lavoro manca la libertà e di conseguenza viene meno la democrazia. Quello che sta accadendo questi giorni, tra licenziamenti di massa e annunci di pensati esuberi, sta minando la tenuta democratica di questo territorio: ecco perché tutti devono sentirsi chiamati in causa e fare la propria parte per invertire una tendenza che mette a rischio non solo lo stato occupazionale, ma anche la tenuta sociale della provincia barese”.


È da tempo che non si teneva a Bari una manifestazione dei lavoratori del comparto industriale. Presenti i lavoratori che negli ultimi giorni hanno visto precipitare la propria situazione occupazionale: Baritech. Brsi, Bosch Hotel Palace,  Natuzzi. Per loro annunciati esuberi e licenziamenti.

Ecco i numeri nel dettaglio. Esuberi: 700 sia per la Bosch sia per Natuzzi, l'azienda dei divani. Licenziamenti: 158 per Baritech, 88 per Hotel Palace, compresi lavoratori dell'appalto delle pulizie e 78 per la Brsi. Con i lavoratori anche i sindacati perché i tavoli di crisi aperti ad oggi insieme di task Force regionale per l'occupazione sono 26 e nei più svariati settori dalla meccanica all'editoria dalla grande distribuzione ai servizi.

"Nell'area metropolitana di Bari - dicono i segretari Bucci, Boccuzzi e Busto - ci sono 50 mila disoccupati, tremila posti di lavoro a rischio in 39 vertenze già aperte, nonostante la Puglia registri un aumento del Pil del 6,4%. Qualcosa non torna, se all'aumento della produttività corrisponde un calo dell'occupazione, un aumento dei contratti precari, della cassa integrazione e del lavoro nero. I numeri che ogni giorno sentiamo sono persone: Bosch 700, Magneti Marelli 500, Baritech 150. Non possiamo ridurre il lavoro a numeri e i lavoratori a merce di scambio. La politica deve intervenire in maniere pesante insieme ai sindacati. Abbiamo bisogno di capire come verranno gestite le risorse del Pnrr - hanno aggiunto - affinché si incanalino verso investimenti duraturi, efficaci e strategici che possano dare più occupazione".

"L’iniziativa di oggi - concludono - è solo l’inizio di una grande mobilitazione per difendere il lavoro in un territorio che sta macinando licenziamenti ed esuberi in maniera drammatica. Purtroppo la provincia di Bari segue una tendenza terribile che accomuna tutta la Puglia, che solo nelle ultime settimane ha generato migliaia di possibili posti di lavoro persi. Non possiamo più tollerare questo atteggiamento da parte di aziende che spesso percepiscono fondi pubblici, non siamo più disponibili a inutili viaggi della speranza al ministero dello Sviluppo, non possiamo più accettare l’immobilismo della politica davanti a questo fenomeno che sta togliendo il futuro a tante famiglie”.