"Oggi nelle piazze di Roma, Milano, Bari, Palermo e Cagliari decine e decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori hanno scioperato per protestare contro la politica economica del governo, l'arroganza della Confindustria e delle imprese, e per chiedere più equità e giustizia sociale". Lo dichiara in una nota Luca Trevisan, segretario nazionale Fiom Cgil e responsabile organizzativo. "L'elevatissima adesione dei metalmeccanici allo sciopero generale di 8 ore - prosegue il dirigente sindacale -, indetto dalla Cgil e dalla Uil, dimostra il sostegno dei lavoratori alle proposte avanzate al governo Draghi dal sindacato confederale per superare la precarietà, ridurre l'età pensionabile ed introdurre una pensione di garanzia per le giovani generazioni, abbassare la tassazione sul lavoro dipendete e sui pensionati, contrastare l'inaccettabile evasione fiscale e contributiva che mina alla radice lo stato sociale a partire dalla sanità e dall'istruzione pubblica. Uno sciopero e una larghissima partecipazione dei metalmeccanici nelle 5 piazze che ha reso visibile il disagio e le preoccupazioni di una categoria che da tempo si batte per gli investimenti pubblici e una nuova politica industriale, per introdurre vincoli sociali nell'utilizzo delle risorse del Pnrr, per rivendicare una legge contro le delocalizzazioni a salvaguardia dell'occupazione e della continuità produttiva degli stabilimenti".

Di seguito alcuni dati di adesione tra i metalmeccanici allo sciopero generale proclamato da Cgil e Uil registrati nel corso della mattinata: 70% alle Acciaierie Italia di Genova, 90% tra gli operai e 60% tra gli impiegati alla Lamborghini di Bologna, 95% tra gli operai e l'80% tra gli impiegati alla Berretta di Brescia, 80% all'Ast di Terni con il 90% nell'indotto, 85% al Nuovo Pignone di Firenze, 90% all'Almaviva di Roma, 95% alla Magneti Marelli di Napoli, 85% alla Dana Graziano di Torino, 70% alla Electrolux di Porcia a Pordenone, 85% tra gli operai e 35% impiegati alla Argotractors di Reggio Emilia, 90% alla Baxi di Vicenza, 60% alla ZF di Padova, 85% alla Dalmine Tenaris di Bergamo, 75% alla Bonfiglioli Riduttori di Bologna, 85% alla Bergo di Ferrara, 90% alla Smeg di Forli, 75% alla Marcegaglia di Mantova, 100% Caterpillar di Jesi, 75% alla Siderforgerossi di Torino, 70% alla Hme Sct, 80% alla Kme di Lucca, 60% alla Carraro Drivetech di Padova, 80% alla Faber, 90% alle Acciaierie di Verona, 80% negli appalti del petrolchimico di Marghera, 60% alla Denso di Chieti e infine alla Vitesco Tecnologies di Pisa ha scioperato il 90% degli operai e il 60% di impiegati.