“Si può fare una prima valutazione positiva dei risultati finora ottenuti, grazie alla lotta delle lavoratrici e dei lavoratori. Adesso si tratta di consolidare queste conquiste e lavorare per il mantenimento dei livelli occupazionali nel nostro Paese”. I primi risultati della lotta sindacale permettono a Matteo Moretti, segretario generale della Filcams di Monza e Brianza, di fare un primo bilancio positivo, ma allo stesso tempo di rilanciare le ragioni della lotta dei lavoratori di Adac. L’obiettivo della categoria della Cgil che organizza e rappresenta le lavoratrici e i lavoratori del commercio, turismo e servizi, è sempre stato quello di contrastare la delocalizzazione ed evitare il ridimensionamento della sede italiana.

“La decisione di mantenere in Italia il 50% delle attività del settore sanitario che deve essere rafforzata e resa strutturale riconosce le ragioni della lotta dei lavoratori di Adac - spiega il dirigente sindacale -. Sono stati evitati i licenziamenti collettivi traumatici attraverso la condivisione di strumenti di gestione alternativa. Infatti, le uscite saranno solo sulla base dell’adesione volontaria e incentivata alla risoluzione consensuale per un massimo di otto lavoratori ed eventuale utilizzo di ammortizzatori conservativi per preservare i livelli occupazionali. Il grande assente di questa vicenda è il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, che abbiamo provato a coinvolgere tramite una richiesta di incontro di Filcams e Cgil nazionale, ma che, malgrado i solleciti del sindaco di Monza e del presidente della provincia di Monza e Brianza, non ha mai dato nessuna risposta”.

Nel corso del mese di novembre, è stata indirizzata alla segreteria del comitato aziendale europeo Cae, da parte del consiglio di amministrazione di Adac, la comunicazione di 'un massimo di 16 esuberi nella sede italiana'. A seguito della comunicazione scritta della dichiarazione di esubero e del conseguente licenziamento collettivo, che è poi stata ufficializzata dalla direzione locale e dalla direzione tedesca, in apposita riunione con tutte le lavoratrici e i lavoratori, la delegazione italiana del Cae Adac ha richiesto di attivare, per il tramite della segreteria, la procedura di consultazione straordinaria prevista dal regolamento dell’organismo di rappresentanza dei lavoratori europeo nel caso di comunicazione di licenziamenti superiori al 15% dell’organico complessivo di una filiale. Tale procedura prevede un percorso di confronto di sette settimane per rivalutare le scelte del piano o riconfermarlo attraverso un voto del consiglio di amministrazione al termine della procedura.

“In attesa di svolgere tale procedura di consultazione e portare nuovamente al cda le istanze di cambiamento del piano per mantenere in Italia almeno parte delle attività di cui è stata comunicata la delocalizzazione – aggiunge il sindacalista –, abbiamo siglato l’accordo sindacale sulla proroga del Fis fino al 31 dicembre, ottenendo la proroga del blocco dei licenziamenti e impegnandoci insieme alla direzione locale a confrontarci per valutare l’utilizzo di ammortizzatori sociali conservativi e tutelare i livelli occupazionali anche nel 2022. Abbiamo condiviso l’utilizzo, in alternativa all’avvio di una procedura di licenziamento collettivo ex legge 223/1991, dello strumento dell’assegno di solidarietà, valutando adeguato lo strumento in ragione della elevata fungibilità dei lavoratori che sono molto intercambiabili e hanno effettuato numerosi percorsi di mobilità interna nel corso della loro esperienza professionale. Pertanto questo strumento potrà consentire di salvaguardare l’occupazione anche qualora dovesse essere confermato il trasferimento di attività, attraverso la riduzione in termini percentuali dell’orario di lavoro e l’integrazione salariale dell’ammortizzatore sociale. Nel corso del confronto abbiamo concordato la sottoscrizione di un accordo ex art. 11 comma 3 del Dl 146 del 21 ottobre, prevedendo la possibilità di una risoluzione consensuale incentivata del rapporto di lavoro con conseguente diritto alla Naspi, sulla base delle sole adesioni volontarie dei lavoratori prevedendo un’uscita massima di otto lavoratori”.

“Durante il confronto, la direzione ci ha comunicato, rispetto alle nostre richieste di mantenere in Italia le attività del settore sanitario (attività a maggior valore aggiunto, ndr) la decisione di mantenere il 50% dei volumi di queste attività nella sede italiana di Monza fino a tutto il mese di ottobre 2022. Tali attività dovevano essere trasferite al 100% nella sede spagnola di Barcellona dal mese di marzo del 2022, prevedendo l’inserimento di nuova occupazione. Consideriamo questo risultato di modifica parziale del piano, che riconosce le giuste argomentazioni della lotta dei lavoratori di Adac, un punto da cui ripartire che dovrà essere consolidato e reso strutturale mantenendo in Italia le attività che dovevano essere trasferite, le professionalità e le competenze delle lavoratrici e dei lavoratori e il livello elevato di qualità del servizio garantito ai soci tedeschi. L’insieme di questi strumenti, su cui è necessario proseguire il confronto, consentirà di evitare i licenziamenti traumatici e di proseguire già dalle prossime settimane il confronto sul piano industriale per consolidare e ulteriormente rafforzare il risultato e render strutturale il mantenimento dei livelli occupazionali”, conclude il leader della Filcams Brianza.