Una manifestazione regionale unitaria, a sostegno delle proposte di Cgil, Cisl e Uil su pensioni, fisco, sviluppo, lavoro e sociale e per chiedere alla Regione Campania un confronto concreto sulla prossima manovra di Bilancio, su Pnrr, sanità, precariato, crisi industriali. Ad annunciarla, i segretari generali confederali della Campania, Nicola Ricci, Doriana Buonavita e Giovanni Sgambati, nel corso della conferenza stampa che ha aperto oggi a Napoli gli esecutivi unitari regionali delle tre sigle. L’appuntamento è per venerdì 3 dicembre, alle 9.30, concentramento in piazza Plebiscito, dove Cgil, Cisl e Uil consegneranno al Prefetto di Napoli un documento con le proposte del sindacato e da lì si partirà in corteo verso Palazzo Santa Lucia, sede della Regione, dove ci sarà un presidio di lavoratori, lavoratrici, delegate e delegati provenienti da tutto il territorio.

“Abbiamo riunito il nostro gruppo dirigente, la base e i nostri iscritti - ha detto Ricci - dopo una serie di iniziative sul territorio e di assemblee, per ribadire al governo Draghi che questa manovra fiscale non ci piace e che dobbiamo tenere alto il livello di elaborazione delle nostre proposte affinché si intervenga su pensioni, fisco, lavoro”. “La nostra manifestazione di venerdì 3 dicembre, che si concluderà a Santa Lucia, assume quindi - secondo Ricci - un valore non solo simbolico, ma concreto, perché le dinamiche e le scelte politiche che la Regione metterà in campo entro la fine dell’anno non possono essere al di fuori del contesto della Finanziaria del governo Draghi”.

“Vorremmo capire dalla giunta di via Santa Lucia quale sarà la manovra finanziaria regionale, ragionare sul peso della pressione fiscale, che è uno dei più alti in Italia e come attivarci sul piano delle politiche industriali per affrontare le crisi. Siamo a un punto di svolta politico-sindacale in questo territorio”. “Se va avanti, così come sta accadendo, un’idea di deindustrializzazione modello Whirlpool - ha concluso il dirigente sindacale - la classe politica, le istituzioni, le organizzazioni sindacali dovranno mettere in campo, come noi abbiamo fatto, un'idea di politica industriale e di sviluppo, per affrontare e gestire le crisi. La frenesia della politica non va bene, con ministri che decidono una linea e che trovano una multinazionale molto arroccata sulle proprie posizioni. A pagarne le conseguenze sono solo i lavoratori”.

“Pensioni, fisco, lavoro, sviluppo sociale sono - secondo Buonavita - le parole d’ordine con le quali ci mobilitiamo per un maggiore impegno nei confronti di cittadini, pensionati e lavoratori e per migliorare i contenuti della legge di Bilancio nel solco della piattaforma unitaria del sindacato confederale nazionale. Anche in Campania, territorio fragile e con numerosi crisi industriali, abbiamo bisogno di lavoro di qualità per le nuove generazioni, lotta al precariato e all’evasione fiscale, concrete politiche attive, riduzione delle tasse a pensionati e lavoratori, rafforzamento delle politiche industriali, livelli essenziali di assistenza, misure di contrasto alla povertà e maggiori politiche di inclusione. Per questo, in vista della prossima discussione del Defr, che dovrà rappresentare l’occasione per impegnare in maniera efficace ed efficiente, oltre che condivisa, le non poche risorse già disponibili, in attesa degli ingenti finanziamenti del Pnrr, chiediamo alla Regione di ristabilire i parametri di una concertazione vera, basata su un dialogo reale e rispettoso delle prerogative di ciascuno: lo stato di emergenza non può e non deve comportare la compressione degli spazi del confronto democratico, colpevolmente mancato in tutti questi mesi di pandemia”.

“La nostra - ha affermato Sgambati - è una manifestazione che va a caratterizzarsi sia per cambiare la legge di bilancio nazionalmente ma anche per provare con la Regione Campania a sintetizzare l’interlocuzione di questi mesi in un accordo condiviso. Abbiamo molti temi, anche locali, penso soprattutto al precariato nella sanità, a come gestire politiche attive anche da un punto di vista della formazione, ma quello che per noi è fondamentale costruire una governance tra le parti che sia in grado di affrontare sia le emergenze ma anche e soprattutto le ipotesi di sviluppo. Le carenze della pubblica amministrazione sono notevoli e senza una condivisione il rischio è che a quelle carenze se ne aggiungano altre”.