Una città abbandonata a sé stessa sul fronte, caldissimo, dell’igiene ambientale, della raccolta dei rifiuti. La racconta così, Roma, negli ultimi anni, Giancarlo Cenciarelli, segretario generale della Fp Cgil capitolina, che segue da vicino la questione Ama, l’azienda municipalizzata che gestisce tutta la partita della mondezza.

Il sindacato ha deciso di spiegare sulle pagine di Collettiva il senso di un accordo firmato dal sindacato negli ultimi giorni e stravolto, grazie anche ai titoli di alcuni giornali, dalle strumentalizzazioni tutte politiche, frutto dei miasmi di una campagna elettorale per il sindaco finita da poco.

Cosa dice l’accordo? “La nuova amministrazione ci ha chiamato a una sfida importante che dovrebbe riportare Roma a una situazione di decoro, a risolvere tutte quelle microdiscariche che si sono prodotte in quest’ultimo anno e a fare pulizia nelle strade della città – ci spiega il segretario della Fp Cgil –. Per riuscirci, i lavoratori sono stati chiamati a uno sforzo ulteriore, a essere più produttivi e l’accordo ha proprio l’obiettivo di premiare questa maggiore produttività. Rispondendo, con un’assicurazione che ci ha dato direttamente l’Ama, alle richieste che la Cgil pone da tempo: assicurare ai lavoratori più mezzi, recuperandoli dalle officine dove erano fermi da tempo. Ai lavoratori è stata chiesta la massima operatività nel mese di dicembre, che significa chiedergli di rinunciare a ferie programmate o, almeno, di posticiparle, anche se per contratto andrebbero smaltite entro la fine dell’anno. Rinunciare a permessi e recuperi previsti dal contratto. L’accordo prevede che al lavoratore che garantisce il 100% della presenza nei giorni che ci separano dal 10 di gennaio sia riconosciuto un premio lordo di 360 euro. Il premio diminuisce a seconda delle assenze. Fino a un massimo di 3 assenze, il premio sarà di 260 euro. Fino a un massimo di 5 assenze il premio scende a 200 euro”.

Cosa rispondi alle polemiche che sono divampate sui giornali? “Sono rimasto molto sorpreso. Questi accordi generalmente si fanno per incentivare la produttività e spingere al massimo il ciclo produttivo. Ancora una volta, crediamo, la politica ha voluto sparare sui lavoratori solo per scopi post elettorali. Noi a questi commentatori rivolgiamo un invito: venite a seguire un turno di lavoro e capirete cosa significa, oggi, raccogliere i rifiuti abbandonati per strada. Rifiuti che non si possono gestire come quelli buttati nei cassonetti. Questi rifiuti vanno raccolti a mano, la pulizia va fatta spesso a mano, in ambienti che definire insalubri è un eufemismo: ci sono larve, ci sono altri animali, ci sono ratti. Raccogliere i rifiuti a Roma significa litigarseli con i cinghiali e con le volpi che stanno invadendo la città. Respingiamo al mittente tutte le accuse e le polemiche degli ultimi giorni: lavorare come nell’Ottocento ed essere trattati da criminali è una cosa inammissibile”.