Oggi, 16 novembre, i sindacati hanno incontrato la presidenza della sesta commissione del Consiglio regionale per chiedere di rivedere i tagli al mondo della cultura. Erano presenti Nicola Atalmi (Slc Cgil), Mauro Vianello (Fistel Cisl), Enrico De Giuli (Uilcom Uil). E’ il caso di ricordare che, negli ultimi anni, la Regione Veneto ha già operato una drastica, sistematica riduzione dei fondi destinati a questo settore: da 32 milioni del 2017 a 17 milioni circa del 2020. A questi, sulla base della proposta di bilancio avanzata dalla Giunta regionale, si aggiungerebbe un ulteriore taglio lineare di almeno il 15%, che equivale a oltre 2,5 milioni in meno.

“Abbiamo fatto presente – ha dichiarato Nicola Atalmi, segretario generale Slc Veneto - che stiamo parlando di una parte fondamentale del nostro sistema produttivo, che crea molti posti di lavoro, e di un eccezionale volano per l’immagine del nostro territorio nel mondo. E’ perfino inutile sottolineare cosa questo significhi per il turismo, con il Veneto leader a livello italiano per presenze sia nazionali che internazionali."

"La cultura e i suoi operatori hanno subìto più di ogni altro la crisi economica conseguente alla pandemia. Le lavoratrici e i lavoratori sono rimasti, nella maggioranza dei casi, senza stipendio e senza alcun ammortizzatore sociale che gli garantisse il minimo vitale. Dopo i mesi durissimi che abbiamo alle spalle, sarebbe necessario ora trovare nuovo slancio per ripartire. Sta avvenendo il contrario: non solo non ci sono nuovi fondi, ma il rischio concretissimo è che le attuali risorse vengano ancora una volta decurtate. Sarebbe un colpo mortale", ha proseguito il dirigente sindacale.

"Abbiamo quindi chiesto che si torni indietro almeno su quest’ultimo punto. E, sulla base di quanto sostenuto dai membri della Commissione, ci sarebbe un accordo tra tutti i partiti per rivedere questa scelta. Ci aspettiamo un nuovo confronto, prima che si apra la sessione di bilancio, per verificare lo stato dell’arte. L’auspicio è che non ci si limiti a una scelta conservativa, ma che dalla discussione in Consiglio regionale emerga la consapevolezza di quanto sia decisivo puntare sul settore culturale per garantire una ripresa dell’intera economia regionale”, ha concluso il sindacalista.