Parte oggi su alcuni territori una serie di presidi dedicati al tema della sicurezza sul lavoro. Nell'ultima settimana le morti di Luana D'Orazio, operaia tessile di 22 anni, risucchiata da un macchinario a Montemurlo, in provincia di Prato; di Christian Martinelli, operaio metalmeccanico schiacciato da un tornio industriale in un'azienda di Busto Arsizio, provincia di Varese; di un lavoratore edile in un cantiere di Pagazzano, provincia di Bergamo, schiacciato da un peso caduto dall'alto; di un altro operaio a Sorbolo, provincia di Parma, schiacciato da un enorme carico di mangime del peso di svariati quintali; di un altro operaio morto a Jesi in seguito alla caduta da un'altezza di 30 metri in un cantiere autostradale; di un altro operaio edile, Marco Oldrati, 52 anni, caduto dall'alto in un cantiere di Tradate, sempre a Varese; delle due vittime di un'esplosione avvenuta a Gubbio, provincia di Perugia, in un'azienda che produce cannabis, tra cui Samuel Cuffaro, un ragazzo di appena 19 anni hanno riacceso i riflettori sul tema.

Primo appuntamento da segnalare ieri mattina (10 maggio) a Perugia dove, a partire dalle 10, Cgil, Cisl e Uil hanno manifestato sotto la prefettura di Perugia. "Inaccettabile - hanno scritto in una nota congiunta -. Quello che continua ad accadere in Umbria, come nel resto del Paese è semplicemente inaccettabile. Non ci vogliamo rassegnare a questo stillicidio di vittime inermi. Necessario adeguare la nostra società alla sicurezza, costruendo prima di tutto una cultura del lavoro in sicurezza. Perché deve essere inaccettabile l'improvvisare, l’arrangiarsi, il rischiare nel lavoro. O si fa questo salto - continuano Cgil, Cisl e Uil umbre- oppure è inutile e da ipocriti piangere queste giovani vite spezzate”. Al prefetto i sindacati annunceranno inoltre l’avvio di iniziative di lotta, "necessarie per ottenere questo cambiamento”. "E siccome c’è una responsabilità collettiva di quello che succede, istituzioni, associazioni di categoria, enti di controllo - continuano Cgil, Cisl e Uil dell’Umbria - queste lotte non possono pagarle solo i lavoratori. È ora che anche le imprese mettano la loro parte, se come dicono anche per loro questa è una priorità. Basta morti per il lavoro, basta ritualità postuma - concludono i tre sindacati umbri - Serve intervenire subito e con decisione. Il Governo, la Regione, tutti gli organi preposti, facciamo la loro parte”.

Sempre in Umbria, mercoledì 12 a Gubbio, teatro dell'incidente di venerdì scorso, ci sarà lo sciopero generale di due ore a fine turno e la manifestazione in piazza Grande alle ore 10. L'astensione dal lavoro verrà destinata, attraverso le aziende, a un fondo per i familiari delle vittime. Il presidio sarà un momento per stringersi intorno a un’intera comunità stravolta dal disastro alla Greenvest, piccola azienda agricola in cui si produceva cannabis light, saltata in aria venerdì causando la morte di due lavoratori, Samuel ed Elisabetta, e il ferimento di altri tre. 

La manifestazione si svolgerà in contemporanea con un'importante iniziativa nazionale di Cgil, Cisl e Uil che riuniranno in una grande assemblea tutti gli Rls, rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza d’Italia per programmare ulteriori azioni di mobilitazione.

Per oggi (11 maggio), Cgil, Cisl e Uil di Varese hanno proclamato uno sciopero di 4 ore in tutta la provincia, il secondo dopo quello che si era svolto venerdì scorso in concomitanza con lo sciopero generale di Prato. “Per interrompere le morti sul lavoro nei cantieri - hanno scritto in una nota congiunta Alessandro Genovesi, Fillea Cgil e Ivan Comotti, Fillea CGIL Lombardia -, per contrastare il caporalato e il dumping contrattuale tra imprese, è dal 2018 che chiediamo unitariamente con Feneal e Filca alla giunta della Regione Lombardia una legge che introduca l'obbligo della timbratura, con la tessera sanitaria, dell'inizio e fine dell'orario di lavoro per tutti i lavoratori che operano nei cantieri edili. È da tempo che chiediamo che la formazione per la sicurezza sul lavoro venga fatta, dalle scuole edili,  a tutti i lavoratori che stanno sui cantieri. Si deve inserire la patente a punti per le imprese. Proposte queste concrete che provengono dalla vita quotidiana del cantiere".

Mercoledì (12 maggio) si protesterà invece a Bergamo, dove è stato proclamato uno sciopero del settore edile: la mobilitazione si svolgerà per 2 ore a livello provinciale. È previsto anche un presidio dalle 16 alle 17 davanti alla Prefettura. “Al Prefetto chiederemo di intervenire presso il Governo perché venga riattivato subito il Tavolo della Salute e della Sicurezza costituito presso il Ministero del Lavoro”, hanno detto Luciana Fratus della Fillea Cgil, Simone Alloni della Filca Cisl e Giuseppe Mancin della Feneal Uil di Bergamo. “Dopo i drammatici eventi dei giorni scorsi che hanno contribuito a riaccendere l’attenzione sul tema – malgrado in Italia si muoia di lavoro ogni giorno, non bisogna dimenticarlo – ora è di nuovo la nostra provincia a venire colpita. Lo diciamo da anni, basta, è inaccettabile che un lavoratore muoia in questo modo”.

Giovedì (13 maggio), invece, presidio a Padova, proclamato da Fiom, Fim e Uilm per ricordare le vittime della tragedia alle Acciaierie Venete dove morirono due operai tre anni fa e chiedere maggiore sicurezza e salute nei luoghi di lavoro. Una ricorrenza e una richiesta che non potevano essere più attuali, a dimostrazione del fatto che in Italia le persone continuano a morire sul lavoro senza che nulla cambi mai.