Roma Città Eterna. Città di turismo, con i suoi 45 milioni e mezzo di presenze e 19 milioni e mezzo di arrivi all’anno, stando ai dati del Comune riferiti al 2019. E ora città sospesa, tra chiusure forzate e timide riaperture, blocchi totali degli spostamenti e piccole libertà concesse con il contagocce. È questo la Capitale oggi, metropoli svuotata di quella linfa che la rende così caotica e colorata, dove adesso si fa il confronto tra il prima e il dopo la pandemia, pensando al domani. “Ero abituata a vedere migliaia di persone che mi passavano davanti tutti i giorni - racconta Alessandra Concas, responsabile di un pubblico esercizio all’aeroporto, in questi mesi al lavoro per due volte a settimana senza neppure poter fare l’orario pieno -. Adesso l’aeroporto è deserto, quasi fatiscente.  Ed è bruttissimo vederlo così”.

Nel nostro viaggio nelle città d’arte senza il turismo, gli operatori del settore che incontriamo nella tappa romana ci dipingono situazioni simili: crollo delle presenze, attività pressoché azzerate, e uno stipendio sostituito dalla Fis (fondo di integrazione salariale) che arriva tardi e non basta mai. “La mia cooperativa ha subito una perdita economica del 90 per cento – spiega Valentina Cappuccini, addetta ai servizi aggiuntivi dei musei nell’area archeologica -, e in questi mesi non ha mai anticipato la Fis. Per questo dobbiamo aspettare l’assegno dell’Inps, erogato ogni 4-5 mesi, che peraltro è pari al 70 per cento della nostra retribuzione. E questo è davvero un problema”.  Stessa condizione per la maggior parte delle lavoratrici e dei lavoratori delle strutture alberghiere, che sono per lo più chiuse.

“Speriamo che con la diffusione dei vaccini ci sia una ripresa del settore da qui a qualche mese – afferma Andrea Furlan, facchino ai piani di un grande hotel del centro -. Quello che ci fa ben sperare è il fatto che in alcuni Paesi siano molto avanti con le vaccinazioni, soprattutto gli Stati Uniti, che rappresentano il mercato del turismo più grande per questa città. Vogliamo tornare alla normalità, quanto prima, che però sia fatta di attenzione per la salute e di cambiamenti anche in questo settore”.