Anni di cassa integrazione, progetti mai realizzati e il rischio concreto di perdere il posto di lavoro. È questa la situazione della Jsw Steel Italy di Piombino (Livorno), dove circa 2.000 famiglie, tra dipendenti diretti e indiretti, sono coinvolte in un'annosa vertenza. E allora l'unica soluzione possibile è occupare la portineria dello stabilimento toscano e organizzare un presidio permanente. “Il dramma sociale è alle porte”, spiegano Fiom, Fim e Uilm in un comunicato congiunto: “Questo è solo l'inizio della nostra mobilitazione”

Jsw steel italy fa parte del gruppo internazionale Jsw e controlla le società Jsw Steel Piombino, Gsi Lucchini e Piombino Logistics. La multinazionale indiana è presente in Europa e in America, ed è leader nel business dell'acciaio, dell'energia e delle infrastrutture. Oggi, dopo sette anni di ammortizzatori sociali, le speranze riposte nei fondi europei e le illusioni di un nuovo progetto legato alla siderurgia e alla logistica, per Piombino la situazione sta diventando insostenibile e si rischiano pesanti licenziamenti. Purtroppo, anche l'avvicendamento al ministero non ha aiutato a sbloccare l'impasse.

David Romagnani, segretario generale Fiom Cgil Livorno, spiega i motivi dell'occupazione



“La sensazione – chiariscono le parti sociali nella nota  – è che dopo anni in cui tutte le istituzioni hanno dichiarato la strategicità del sito di Piombino, fermandosi però solo alle dichiarazioni di intenti e belle parole, adesso i lavoratori e il sindacato siano rimasti i soli a difendere lo stabilimento e il proprio lavoro”. A tal proposito, i sindacati hanno chiesto alla direzione della società un incontro, fissato per giovedì 11 marzo. Ma gli stessi dichiarano di non sapere chi sarà il loro interlocutore o se il management dell'azienda è interessato a quanto sta succedendo nello stabilimento toscano.

Il totale silenzio del gruppo indiano in merito al loro stesso piano industriale non è certamente un buon segno. Anzi, sempre più temiamo un disimpegno da parte della proprietà, che ha già dato prova in questi anni della propria inaffidabilità”, continuano i sindacati: “Gli ultimi mesi stanno vedendo uscire dall'azienda uno dopo l'altro vari dirigenti, non c'è nessuno che si occupa di cercare di reperire commesse, la poca attività quotidiana è rivolta solo a ridurre i costi”. Fiom, Fim e Uilm denunciano inoltre lo scarso interesse delle istituzioni locali e dei partiti, ad eccezione del sindaco di Piombino, invitando il presidente della regione Toscana Eugenio Giani al presidio. Anche per capire i progetti legati al recovery fund.

Le parti sociali spiegano che in un momento così complicato non sono sufficienti solo parole di solidarietà, ma occorrono proposte, soluzioni e l'impegno concreto di tutti gli interlocutori, anche a livello nazionale. Gli obiettivi sono sempre gli stessi: investimenti e formazione, in modo da guardare al futuro con più serenità. “Al nuovo ministro – conclude il comunicato – abbiamo fin da subito richiesto, ancora inascoltati, una convocazione per valutare la bozza del piano industriale e conoscere la volontà del nuovo esecutivo. Occorre fare passi avanti concreti sul piano della siderurgia nazionale, nel quale è stata prevista la siderurgia piombinese, per avere una visione ed una strategia di lunga durata in un settore decisamente strategico”.