Un laboratorio per i diritti dei rider, i lavoratori meno tutelati e ormai simbolo del precariato. La prima elezione di un rappresentante per la sicurezza dei ciclofattorini di Just Eat a Firenze, indetta da Nidil, Filt e Filcams Cgil, si è chiusa con un successo: ha votato oltre il 90 per cento dei lavoratori attivi nei tre giorni di apertura dei seggi, allestiti davanti ai principali ristoranti serviti dal delivery. In barba a chi cerca di negare una vera rappresentanza in questo settore.

Una bella pagina di democrazia. E un voto partecipato, avvenuto senza alcuna disponibilità dell’azienda a favorire questo momento elettorale – ha commentato la segretaria confederale della Cgil Tania Scacchetti -. Importante anche in chiave contratto: Assodelivery ha scelto di avere al tavolo del confronto un solo interlocutore, l’Ugl, senza tenere conto delle giuste rivendicazioni dei rider di questi anni. I lavoratori delle piattaforme vogliono partecipare alle scelte che li riguardano, conoscono l’importanza della rappresentanza, sanno che devono unirsi e lottare per migliori condizioni di lavoro”.

Il primo rappresentante per la sicurezza di Just Eat è Yiftalem Parigi, 21 anni, ciclofattorino da tre anni: “Eserciterò da subito il mio ruolo chiedendo un incontro all'azienda insieme al documento sulla valutazione dei rischi, perché non è più ammissibile rischiare sul lavoro – spiega -. Noi vogliamo operare in totale sicurezza e vogliamo che la società rispetti interamente il decreto legislativo 81 del 2008”. Questa elezione è un segnale per l'azienda, che recentemente ha siglato, attraverso l'associazione Assodelivery, un contratto nazionale con un solo sindacato non rappresentativo, con l'obiettivo di non applicare quanto contenuto nell'ultima legge sui rider.

“Insieme a Cisl e Uil e alle altre associazioni di rider, continueremo a batterci per un giusto contratto, che garantisca veri diritti - conclude Scacchetti -. Non come quelli ‘di comodo’ definiti nell’intesa sottoscritta da Assodelivery e Ugl al solo fine di ostacolare l'applicazione delle tutele salariali e normative che la legge 128/2020 avrebbe esteso a questa tipologia di lavoratori, ancora purtroppo molto precari”.