“Siamo nella totale disperazione”, dice Lazaros, che lavora come facchino di notte in un albergo dal 2006. Lo stesso lavoro che fa Icham dal 2002, quasi 20 anni sempre nello stesso albergo, ma senza esserne dipendente. Lazaros e Icham sono lavoratori degli appalti del turismo, una categoria di cui fanno parte anche moltissime cameriere ai piani, magari impiegate in alberghi di lusso, come Edlira che lavora in un 5 stelle, oppure Monica o Maria, che fa questo mestiere da 18 anni, ma una situazione così “difficile e triste” dice di non averla mai vista.

E in effetti la situazione che stanno vivendo queste lavoratrici e questi lavoratori è davvero drammatica: da inizio marzo sono a casa, senza stipendio. Ma anche gli ammortizzatori sociali non sono arrivati e, soprattutto, all'orizzonte c'è un'estate di totale incertezza, visto che il decreto Rilancio che ha esteso le coperture degli ammortizzatori per i lavoratori del turismo, non si applica a loro che, essendo appunto lavoratori in appalto, non rientrano nelle categorie Ateco coperte dal provvedimento.

“Allo stato attuale luglio e agosto sarebbero totalmente scoperti”, spiega Wendy Galarza, sindacalista della Filcams Cgil, il cui telefono non smette più di squillare. È lei ad aver raccolto le video-testimonianze di lavoratrici e lavoratori che abbiamo montato nel video qui sopra: “Sono arrabbiati, a volte disperati e in preda allo sconforto – spiega Galarza - sono donne e uomini con figli a carico, con mutui da pagare, che già prima di questa situazione non navigavano certo nell'oro, ma ora si vedono privati anche della loro dignità”.

Edlira ha un figlio di 13 anni che a settembre inizierà le scuole superiori: “Se io non potrò comprargli i libri e l'abbonamento per l'autobus – dice - allora vuol dire che questo Paese non ha alcun futuro”. E ha ragione, come Icham, che ha paura, perché porta a casa l'unico reddito della famiglia e ha tre figli da proteggere. Oppure come Joshua che di figlio ne ha uno solo, ma anche lui lavora nel turismo ed è nelle sue stesse condizioni.

Insomma, il quadro è questo: un manifesto dell'ingiustizia. E come ci si sia arrivati lo spiega molto bene Fabrizio, un altro lavoratore di un albergo di lusso, uno di quelli frequentati da politici, calciatori, attori importanti: “I problemi – dice - sono iniziati quando la società che gestisce l'hotel ha cominciato a dare in appalto alcuni servizi alle cooperative. In 10 anni ne abbiamo cambiate 4, una delle quali è pure fallita, lasciando per strada 30 lavoratori, che hanno perso ferie, permessi, Tfr, tutto. Questo meccanismo perverso, questo scaricabarile delle responsabilità, tutto sulle nostre spalle, deve finire. Deve essere la società committente a rispondere in solido e va posto un freno alle esternalizzazioni selvagge. Non è possibile lavorare fianco a fianco con un collega che ha un contratto, diritti e salario diversi dal tuo”.

Intanto però, c'è da disinnescare una bomba sociale che rischia di esplodere molto presto: “Se va avanti così non ce la facciamo”, avverte Joshua. Mentre Elena, cameriera ai piani legge con accento rumeno l'articolo 1 della nostra Costituzione, la Repubblica è fondata sul Lavoro. “Provate per un attimo a mettervi nei nostri panni”, chiede. E forse dovremmo tutti provare a farlo.