Sono oltre 1.200 i marchigiani contagiati sul posto di lavoro dalla fine di febbraio al 4 maggio scorsi, pari al 3,3 per cento del totale nazionale. A divulgare questa stima è la Cgil Marche, che ha elaborato i dati dell'Inail (i contagiati totali sono 6.400). I più colpiti sono medici, infermieri, fisioterapisti e operatori socio-sanitari; seguono i lavoratori delle altre amministrazioni pubbliche, delle attività di servizi alle imprese e all'interno delle aziende manifatturiere.

“Ora è fondamentale che, in ogni luogo di lavoro, le misure di sicurezza vengano declinate concretamente in specifici protocolli aziendali da discutere e condividere con le organizzazioni sindacali”, dichiara la segretaria generale della Cgil Marche Daniela Barbaresi: “In queste ultime settimane si è continuato a parlare di quando riaprire tutto, ma si è discusso meno di come riaprire garantendo quali misure e quale sicurezza”. L'auspicio dell’esponente sindacale è che in ogni fabbrica e in ogni ufficio “vengano definite chiaramente, e soprattutto adottate, tutte le misure di sicurezza necessarie, perché un solo passo falso ci farebbe precipitare di nuovo nell'incubo”.