Un decalogo per proteggere le forze dell'ordine durante i servizi sul territorio. Ci ha pensato il Silp, il sindacato dei lavoratori di polizia della Cgil, impegnato – in questi giorni di emergenza sanitaria – a informare operatrici e operatori per ridurre il rischio di contagio durante le ore di lavoro. Oltre alle prescrizioni che riguardano l'igiene personale, i contatti con le persone e la distanza di sicurezza da rispettare, ormai a conoscenza di tutti i cittadini, sono stati divulgati consigli sui corretti comportamenti da utilizzare durante pattugliamenti, servizi di supporto agli equipaggi sanitari, permanenza in spazi ristretti o azioni coercitive nei riguardi di soggetti potenzialmente contagiati. Una condizione fondamentale per raggiungere gli obiettivi prefissati dai decreti licenziati nei giorni scorsi dal presidente del Consiglio.

Ci siamo attrezzati a partire dalla comunicazione verso i nostri colleghi – spiega Gianni Mancino, segretario generale del Silp Cgil Milano –, stiamo condividendo queste norme a tutela dell’incolumità dei nostri operatori perché, rispetto agli altri cittadini, non possiamo rimanere chiusi in casa. Abbiamo eliminato i problemi di sovraffollamento dei nostri uffici, dimezzando la presenza contemporanea di personale. Ma in strada non abbiamo affatto diminuito la presenza delle nostre volanti. Fortunatamente il numero di operatori la cui salute è sottoposta a monitoraggio non è elevato. La maggior parte di loro non accusa sintomi particolari, apparentemente di natura influenzale, pronti dopo qualche giorno e con le dovute cautele a rientrare in servizio”.

Mancino fa il punto sulla situazione nel capoluogo lombardo, dopo l’ultimo Dpcm: “A Milano, gli esercizi che devono rimanere chiusi hanno tirato giù le saracinesche. Per strada il controllo non è capillare, soprattutto durante l’orario di lavoro. Lo spirito non è quello di fermare tutte le persone che transitano, ma di sensibilizzare la popolazione a rispettare i provvedimenti. La prevenzione è prioritaria, ovviamente siamo una rete di forze di polizia che svolge i controlli per verificare la rispondenza delle autocertificazioni, come disposto dall’ultimo decreto, ma non riscontriamo particolari criticità. Detto questo, bisogna considerare che la delinquenza non va in quarantena”.

Il filo del discorso si dipana da Milano alla Capitale, dove il sindacato sta collaborando attivamente con il Questore e con tutte le autorità territoriali per garantire l’ordine pubblico, il controllo del territorio e le prioritarie attività investigative. “A Roma – spiega Antonio Patitucci, segretario generale del Silp Cgil del Lazio – all’emergenza pandemia si è aggiunta quella della rivolta delle carceri – come accaduto a Velletri e nell'istituto Regina Coeli – e dei numerosi casi di lettere esplosive recapitate a comuni cittadini. Per questo motivo va sottolineato lo sforzo fisico, organizzativo e di intervento profuso dal nostro personale”.

“Naturalmente – continua Patitucci – la priorità nazionale in questo momento è la salute pubblica. E se questo vale per i cittadini, lo è ancor di più per un poliziotto, perché in una situazione di emergenza noi dobbiamo garantire che vengano rispettate le direttive del governo e dell'autorità sanitaria. Anche per questo il sindacato chiede siano garantite le misure di sicurezza negli uffici quanto sulle volanti, affinché i poliziotti non si contagino a vicenda, col rischio di passare il virus ai propri familiari.

In quest'ottica, il Silp Cgil ha inviato al ministero dell'Interno una missiva in cui chiede nuove misure a tutela del personale di polizia come la sospensione delle perquisizioni non urgenti, maggiore frequenza nella disinfezione di auto e caserme, l'aggiornamento professionale attraverso lezioni a distanza e congedi straordinari per permettere alle famiglie monoparentali e a quelle con entrambi i genitori lavoratori di poter fruire di congedi straordinari. In cima alla lista staziona la richiesta di un numero sufficiente di dispositivi di sicurezza, dispositivi che purtroppo continuano a scarseggiare per gli ospedali quanto per la Polizia di Stato. Ma per il corpo di polizia a difettare sono anche i diritti: il loro contratto nazionale è scaduto da 437 giorni, ma naturalmente non se ne parlerà fino alla fine dell'emergenza.