“Sono insufficienti le misure di prevenzione adottate ad oggi da parte di ArcelorMittal” per il contenimento e la gestione dell'emergenza Coronavirus. A dirlo in una nota è la Fiom Cgil, sollecitando “un intervento, da parte dell'ente pubblico preposto al controllo, al fine di verificare la corretta attuazione di quanto previsto dai Dpcm e dalle ordinanze del presidente della Regione, nello stabilimento ArcelorMittal”.

Le Rappresentanze dei lavoratori per la sicurezza (Rls) hanno già inviato all'azienda il 5 marzo scorso “una richiesta di incontro urgente – precisa la Fiom – a valle del Dpcm del 4 marzo, ad oggi inevasa. Nello specifico abbiamo chiesto che la direzione di ArcelorMittal adotti idonee misure atte a non consentire l'ingresso del personale” proveniente dalle zone rosse, che siano “garantite le attività di sanificazione straordinaria degli ambienti in cui è prevista una maggior affluenza di lavoratori, ovvero mense, refettori, spogliatoi, servizio sanitario e autobus interni e che le zone di assembramento siano gestite garantendo la distanza di un metro”.

Le tute blu Cgil chiedono inoltre “che tutti i dipendenti siano adeguatamente informati in relazione alle misure di prevenzione igienico-sanitarie”. L'azienda è intervenuta solo “su alcune criticità”, disponendo ad esempio la “variazione dell'orario fruizione mense”, che per il sindacato sono del tutto insufficienti, soprattutto per il trasporto del personale interno e la fruizione dei pasti nelle mense e nei refettori. “Infatti, il trasporto del personale dalla portineria ai reparti e viceversa – conclude la nota – avviene senza di fatto poter rispettare le misure di prevenzione previste dal Dpcm dell'8 marzo 2020”.