Dall’alba di sabato 27 luglio, primo giorno di 'bridge' (trasferimento dei voli da Linate) le strutture territoriali, regionali e le Rsa di Filt, Fit e Ugl ta hanno svolto presìdi permanenti nei reparti di Malpensa, vero cuore dell’aeroporto, per verificare la tenuta del sistema, e quello emerso "è un quadro molto meno rassicurante di quanto dichiarato dal management degli scali ai media. Infatti, se i disagi ai passeggeri sono stati ridotti al minimo, grazie all’imponente macchina organizzativa, informativa e di assistenza, messa in piedi dal gestore Sea, lo stesso non si può affermare per i centri nevralgici dell’aeroporto, vale a dire impianto di smistamento bagagli e piazzale di sosta degli aeromobili, di pertinenza delle aziende di handling", rilevano le sigle di categoria.

"In particolare, airport handling (gruppo Sea), che, per la prima volta nella storia del gruppo, ha sottoscritto un accordo separato sulla gestione dei tre mesi di 'bridge', assieme alla compagine del sindacato autonomo e alla Uilt, escludendo tre quarti delle sigle firmatarie di ccnl, cioè Filt, Fit e Ugl, nella prima settimana di chiusura di Linate è andata costantemente in difficoltà. L’accordo separato rappresenta senza dubbio una grave frattura nella storia delle relazioni industriali del gruppo Sea, ma prima di tutto un vistoso problema di tenuta dell’intero sistema, vista la totale assenza di garanzie organizzative che si stanno riverberando su tutta la filiera, a partire dallo smistamento bagagli, in costante assenza di risorse e attrezzature, al punto da vedere il management Sea impegnato ad aggiungersi agli operai di Airport handling o Aviapartner nella movimentazione delle valigie, per scongiurare pesanti disservizi o il blocco dell’impianto", denunciano ancora i sindacati.

"Peggio ancora, l’accordo non pone limiti o condizioni di migliorative sull’utilizzo del personale precario, oggi impiegato in numero esorbitante (l’accordo separato non contiene dati specifici, ma potrebbero essere presenti 700 addetti su 2.000 dipendenti) e trattato come i nuovi schiavi, senza diritti, con pause fisiologiche elargite al pari di premi, nonostante le temperature percepite sul piazzale, e il sostanziale obbligo di superamento del normale orario di lavoro. Senza dimenticare l’analoga situazione del piazzale, la sistemazione logistica approssimativa del personale proveniente da Linate, l’impossibilità per il personale trasferito di usare le navette su alcuni turni, la negazione dei ticket pasto per parte del personale che normalmente li percepisce", aggiungono Filt, Fit e Ugl.

"Su tutti questi temi, anche in considerazione delle ricadute sulla sicurezza, assieme agli Rls, abbiamo preparato richieste specifiche e urgenti di incontro ad Airport handling atte a verificare le condizioni di lavoro, di salute/sicurezza e di formazione specifica del personale precario. Nell’immediato, data l’insostenibilità dei carichi di lavoro per il personale di Airport handling / Aviapartner, siamo preoccupati che il mancato governo di questa situazione possa deflagrare proprio nei prossimi giorni, laddove la concomitanza con i picchi stagionali delle partenze potrebbe far scaturire gravi disservizi per i passeggeri", concludono i sindacati.