Un’emorragia di dipendenti pubblici, tale da far cadere a pezzi l’intero sistema pubblico. Una tendenza da invertire, immediatamente, attraverso l’adozione di un piano straordinario di nuova occupazione nelle pubbliche amministrazioni che dia lavoro ad almeno 500 mila persone nei prossimi tre anni, per poter garantire un’adeguata offerta di servizi ai cittadini”. È l’allarme, e la contromisura, della Fp Cgil nazionale che lancia così la sua campagna #AssunzioniSubito a difesa del lavoro pubblico come valore sociale.

Una campagna che nasce dal quadro che il lavoro pubblico offre. Sono infatti, osserva la Fp Cgil, “sempre meno, sempre più anziani e con sempre più carichi di lavoro i dipendenti pubblici. Un trend negativo, generato dal pluriennale blocco del turn over e da una contestuale età media molto alta, che si incrementerà ulteriormente a causa dei pensionamenti previsti, pari a circa 500 mila in tre anni, se non si procederà immediatamente a un piano straordinario di assunzioni”.

IL VIDEO DI LANCIO DELLA CAMPAGNA

Dal 2009 a oggi nel lavoro pubblico si registrano infatti, fa sapere la categoria dei servizi pubblici della Cgil, “circa 165 mila unità in meno, così come emerge dai dati del Conto annuale dello Stato. Per la prima volta in tutti i comparti dei servizi pubblici si supera l’età media dei 50 anni. Nei prossimi anni si prevede dunque, inevitabilmente, un’accelerazione delle uscite, anche (ma non solo) per via di quota 100. Saranno circa 500 mila le uscite in tre anni, di cui 150 mila con la nuova misura di governo”.

Nello specifico, settore per settore: “In Sanità pubblica l’età media è di quasi 51 anni, nelle funzioni locali si sfiorano i 53 e nelle funzioni centrali si arriva persino a 55 anni. Nei settori interessati dal turn over l’età media si è leggermente abbassata, dove invece non c’è stato nessun elemento di novità si toccano livelli altissimi. Basti pensare che in Italia gli under 34 sono appena il 2% del personale (a fronte di una media Ocse del 18%); gli over 55 invece rappresentano il 45% (media Ocse del 24%). Si tratta esattamente di 595 mila occupati che nei prossimi anni accederanno alla pensione”.

Per queste ragioni, osserva la Funzione pubblica Cgil, “per mantenere almeno l’attuale livello dei servizi e delle prestazioni negli stessi comparti è necessario assumere nei prossimi tre anni almeno 500 mila lavoratrici e lavoratori. Se non si procede immediatamente con un piano straordinario di assunzioni di giovani nelle pubbliche amministrazioni, le conseguenze saranno inevitabili”.

“Come abbiamo cercato di esprimere con la nostra campagna, infatti, senza nuove assunzioni sarà inevitabile vedere i diritti di tutti cadere a pezzi. Il perimetro di intervento dei servizi pubblici continuerà ad arretrare, ci saranno meno servizi per i cittadini e il sistema finirà al collasso, a vantaggio delle privatizzazioni e dell’aumento delle disuguaglianze. Da qui la nostra rivendicazione, per tutte e tutti: un piano straordinario di nuova occupazione nei servizi pubblici che garantisca i diritti dei cittadini e dei lavoratori”, conclude la nota.