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Settimana decisiva per l’università. Il pacchetto in due tempi (decreto legge e linee guida), varato dal governo giovedì scorso (6 novembre) inizia oggi il proprio percorso “tecnico”. Dopo la firma del Capo dello Stato, il dl sarà pubblicato (in serata) sulla Gazzetta Ufficiale, appena in tempo per mandare avanti la macchina degli attesi concorsi banditi da tempo, le cui domande scadono proprio oggi. Nel frattempo proseguono i preparativi per lo sciopero generale di venerdì prossimo, proclamato dai sindacati di categoria contro i tagli e la riforma Gelmini.
Il pacchetto del governo
Restano i tagli previsti dalla legge 133. A dirlo è stata proprio il ministro Gelmini annunciando che con le linee guida si vuole aprire un percorso condiviso per rendere quei tagli “meno dolorosi”. La cifra stimata è di 1,5 miliardi di euro in meno per il 2010. Poi c’è il decreto, con alcune novità dettate da criteri d’urgenza. Tra le principali, stanziamenti di 530 milioni per le strutture virtuose, di 135 per le borse di studio e di 65 per alloggi e residenze universitarie. Inoltre, blocco delle assunzioni per gli atenei con i conti in rosso, e finanziamenti ad hoc per chi eliminerà corsi e sedi distaccate considerate inutili. Quanto al turn-over, ogni docente che andrà in pensione lascerà spazio a due ricercatori. La riforma quasi sicuramente conterrà anche norme per scoraggiare il fenomeno dei fuori corso. Tra le intenzioni del ministero dell'Istruzione anche quella d’introdurre maggiore trasparenza nei concorsi. Per metterla in pratica da viale Trastevere propongono di "selezionare" i componenti delle commissioni di valutazione tramite un sorteggio: il pool sarà composto da cinque docenti estratti a sorte da una lista di 15 commissari eletti tra i professori ordinari del settore disciplinare del bando.
Da un punto di vista più strettamente tecnico, è iniziata anche la partita dei regolamenti ministeriali, decisivi per l’assegnazione effettiva delle risorse. In ballo ci sono 530 milioni di euro e su quest’aspetto i decreti dovranno stabilire i criteri di selezione: alcuni atenei chiedono di privilegiare chi eccelle nella ricerca, altri di non dimenticare le sedi decentrate.
Flc Cgil, provvedimenti raffazzonati
“È evidente che con quest’insieme raffazzonato di provvedimenti improvvisati il governo cerca di mandare segnali di rassicurazione a un movimento che ha invece ben compreso la posta in gioco: la demolizione del sistema pubblico”. Così il segretario generale della Flc Cgil. Domenico Pantaleo, sulle misure del governo. Secondo la Flc, la previsione di un allentamento del blocco del turn-over della docenza, che passa dal 20 al 50 per cento, "non avrà effetti concreti, perché rimarranno esclusi tutti gli atenei che hanno già una spesa di personale oltre il 90 per cento del finanziamento, per i quali il blocco del reclutamento è totale”. Non solo. Per effetto dei “tagli disastrosi (1,5 miliardi, ndr) ben presto la quasi totalità degli atenei sarà nelle medesime condizioni”. Quanto ai finanziamenti per le università migliori “sono inquinati dal fatto che tra i criteri della distribuzione c’è la soppressione dei corsi e la riduzione delle sedi, con ciò premiando chi ha inutilmente moltiplicato l’offerta e dunque penalizzando chi ha praticato scelte virtuose”. Anche la Rete degli Studenti chiede alla maggioranza di ammettere i “propri errori e di ritirare i decreti su scuola e università".
Venerdì prossimo lo sciopero generale
Università, Ricerca e Afam (Alta formazione artistica e musicale) saranno in piazza a manifestare contro “la legge 133 e le sue devastanti conseguenze”. Così le sigle di categoria (Flc Cgil, Cisl Fpr, Cisl Università e Uil Pa) annunciano la mobilitazione di tutto il settore. La manifestazione nazionale si terrà a Roma, con un corteo che partirà da piazza Bocca della Verità alle ore 9.30 per dirigersi (passando per via delle Botteghe oscure e Corso Vittorio Emanuele II) a piazza Navona, dove saranno presenti tra gli altri i leader della Cgil Guglielmo Epifani e della Flc Domenico Pantaleo. Anche gli studenti medi saranno presenti. Lo conferma l'Unione degli studenti (Uds) secondo la quale 'è importante unire tutte le forze contro il tentativo di smantellare scuola e università pubblica'. Intanto si apprende che il ministro Gelmini ha convocato i sindacati di categoria di università e ricerca per domani (11 novembre) presso la sede del dicastero di Viale Trastevere.