Sveglia alle 4 del mattino, si esce prima dell’alba, massimo alle 5. E poi via, sui pulmini a intercettare i lavoratori del primo turno. Parte da Rutigliano, nel Barese, la stagione autunnale delle Brigate del lavoro della Flai Cgil in Puglia: sindacalisti e volontari impegnati on the road qui e in altre regioni d’Italia per prendere contatto con i lavoratori, parlare loro di diritti, chiedere, assistere, fare consulenze, fuori dagli stabilimenti e nei campi, dove lo sfruttamento non si ferma.
È il sindacato di strada della federazione degli agricoltori e dell’agroindustria, che in questa edizione lancia una novità, le presenza dei volontari della Ong Mediterranea Saving Humans per fornire una prima assistenza sanitaria a chi molto spesso non può permettersela, immigrati ma anche italiani.
“Due medici e due operatori sanitari svolgono screening, visite ed eventuali prescrizioni, usando un ambulatorio mobile – spiega Giovanni Mininni, segretario generale della Flai Cgil –. In questo modo diamo una risposta alle difficoltà di una classe lavoratrice che vive di sottosalario. Con la costruzioni di reti con le associazioni, possiamo intervenire in modo concreto per cambiare lo stato di cose”.
L’iniziativa rafforza il rapporto di collaborazione tra il sindacato e la Ong, insieme promotori di azioni per l’accoglienza e il rispetto dei diritti umani, contro le politiche migratorie messe in atto dall’Unione europea e dall’Italia.
“Noi siamo impegnati nel soccorso delle persone su una delle frontiere più mortali al mondo – afferma Laura Marmorale, presidente di Mediterranea –. Il nostro scopo principale è fare in modo che possano arrivare vive su una banchina, in un porto sicuro. Ma non sono ancora al sicuro quando toccano terra, i loro diritti umani non sono tutelati. Per questo la partecipazione alle brigate del lavoro tracciano un filo che mantiene la connessione con le persone soccorse in mare e che vivono in condizioni di esclusione”.