Il progetto per sviluppare il settore aerospaziale, a Torino, prende il nome di 'Città dell’aerospazio', ma è una città al momento 'senza i cittadini'. Finora, l’idea di realizzare laboratori, campus, spazi urbani e museali in corso Marche, con investimenti per un miliardo e cento milioni - di cui 300 milioni di provenienza pubblica - è stata un’attività che non ha coinvolto lavoratori e lavoratrici e non ha visto la partecipazione nemmeno delle organizzazioni sindacali.

"L’area di corso Marche, occupata da Leonardo, Thales Alenia Space e Altec, potrebbe interessare anche Avio Aero, Argotec e Collins, oltre a Politecnico e Università di Torino. Dodici progetti in campo: laboratori aziendali e del Politecnico, campus universitario con sezioni di studio specifici, il vecchio aeroporto Torino Aeritalia che dovrebbe essere recuperato e messo a servizio della città aeronautica. Un crogiolo di saperi e saper fare. Eppure, non si è ancora aperto un confronto vero sul territorio e dentro le aziende chiamate in causa. I numeri prevedono entro il 2026 l’insediamento di una settantina d'imprese e la creazione di 2.500 nuovi posti di lavoro. Bene. Cominciamo a stabilizzare i precari (somministrati o consulenti), di cui le aziende del settore sono piene. La precarietà del lavoro, anche quello intellettuale, è diventata una piaga e l’aerospazio non fa eccezione", affermano in una nota congiunta sindacati e delegati Fiom delle aziende Altec, Avioaero, Collins, Leonardo e Thales Alenia space. 

"Oggi questo settore, nel Torinese e in Piemonte, è per importanza strategica al pari dell’automotive e l’investimento di riqualificazione dell’area di corso Marche avrebbe un valore assoluto, ma vorremmo capire quali potranno essere le reali ricadute su indotto e territorio, anche in considerazione di quali e quante risorse pubbliche saranno investite. Crediamo che un progetto di tale portata debba prestare attenzione a lavoratrici e lavoratori, che sono i principali portatori di competenze tecniche reali e concrete e non semplici spettatori, produrre buona occupazione e salvaguardare quel diffuso indotto del settore aeronautico, spesso in grave difficoltà negli ultimi anni. Pertanto, chiediamo a istituzioni locali, Comune e Regione un incontro urgente per poter portare la nostre competenze e la nostra esperienza in questo progetto", prosegue il comunicato di sindacati e delegati Fiom.

In relazione al progetto della Città dell’aerospazio, Valter Vergnano, segretario generale Fiom Piemonte e Ugo Bolognesi, responsabile aerospazio per la Fiom di Torino, dichiarano: “Le attività di ricerca e sviluppo e le produzioni aerospaziali sono fondamentali per contenuto tecnologico e per gli oltre 20.000 lavoratori occupati nelle circa 300 imprese del settore in Piemonte. Un progetto così ambizioso per il territorio merita il coinvolgimento delle lavoratrici e dei lavoratori delle aziende del settore e dei loro rappresentanti già nella fase di sua definizione".

"Stupisce che il Comune di Torino, la Regione Piemonte e il distretto aerospaziale regionale non abbiano finora avuto la sensibilità di avviare un confronto con i rappresentanti dei lavoratori su un progetto così importante per lo sviluppo di un settore d'insediamento storico sul territorio che, tra l’altro, prevede una significativa partecipazione di risorse pubbliche", continuano i due dirigenti sindacali".

"Siamo interessati a comprendere la quantità e la qualità delle ricadute economiche e di sviluppo previste per la città e la Regione anche in termini di attrazione di ulteriori investimenti, di competenze, di professionalità. Si tratta di una opportunità per creare lavoro buono, per stabilizzare i troppi precari e per consolidare la vocazione e il ruolo nazionale del nostro territorio nel settore. Chiediamo quindi che gli enti locali promuovano con urgenza un incontro per valutare il progetto e i suoi tempi di realizzazione", concludono i due sindacalisti.