"Nella giornata di ieri, Filcams e Cgil Emilia Romagna hanno denunciato, a mezzo stampa, un gravissimo episodio di razzismo nei confronti di alcuni lavoratori e lavoratrici, occupati presso gli appalti di pulizia degli uffici di Poste Italiane a Bologna e nella Regione. Riteniamo il fatto estremamente grave, in quanto le parole pronunciate risultano lesive dei principi costituzionali e della dignità di lavoratori e lavoratrici. Perciò, pensiamo che Poste italiane debba esercitare il proprio ruolo di responsabilità sociale, intervenendo nel più tempo breve possibile, revocando l'appalto all'azienda in questione e salvaguardando l'occupazione". Così Slc Bologna ed Emilia Romagna in una nota congiunta.

"Inoltre, il fatto in questione è un ulteriore conferma di quanto la Cgil sostiene da anni, in merito alla gestione dei bandi gara che, se non regolamentati attraverso una legge precisa che impedisca le gare al massimo ribasso, ci troveremo sempre di fronte a lavoratori sempre più ricattabili, privati di qualsiasi diritto", continua il sindacato. "Pertanto, non solo condanniamo l'atteggiamento dell'azienda in questione, ma abbiamo già richiesto un incontro a Poste Italiane per gestire e risolvere la situazione, richiamandola al suo ruolo pubblico e di servizio universale. Il clima d'odio che si sta generando nel Paese, grazie alle politiche razziste di questo governo non può trovare 'cittadinanza' nella filiera degli appalti della più grande azienda del Paese", conclude il comunicato.