In seguito alla proposta delle forze di governo di tornare ai giudizi sintetici per gli studenti della scuola primaria e secondaria di primo grado si è riaperto il dibattito sulla funzione della valutazione, in termini di apprendimento e di crescita. Cristiano Corsini, professore ordinario di Pedagogia sperimentale all’Università Roma 3, ai microfoni di Collettiva.it mette in relazione il metodo valutativo con le disuguaglianze, territoriali e sociali.

Il nesso è chiaro. Se e si valutano gli studenti prescindendo dai loro contesti, personali e collettivi, il risultato può essere solamente una scuola che discrimina. Al contrario, una valutazione che sia analitica e individui punti di forza e fragilità di ognuno, stimola una scuola che fornisce a tutti la possibilità di crescere nell’apprendimento didattico e sociale.