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La procura di Latina ha chiesto il giudizio immediato per gli imprenditori agricoli Lovato, padre e figlio, con l'accusa di caporalato. È il nuovo processo Satnam Singh, un secondo filone giudiziario partito dalla morte del lavoratore dell'Agro Pontino che a giugno 2024 dopo un gravissimo incidente fu abbandonato davanti alla sua casa dal datore di lavoro, Antonello Lovato, con il braccio tranciato messo in una cassetta della frutta.
Intermediazione illecita
L’imprenditore si sta già difendendo in tribunale dall'accusa di omicidio volontario ed è in carcere preventivo. Per questo nuovo processo, la cui prima udienza si terrà a novembre, è stato chiesto il rito che salta l'udienza preliminare, perché si tratta di caso di chiara evidenza probatoria. L’inchiesta dei carabinieri ha infatti delineato un quadro di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro pluriaggravato: i due Lovato in concorso tra loro avrebbero usato lavoratori senza permesso di soggiorno, a paghe e condizioni terribili, facendo leva sul loro stato di precarietà.
“La richiesta della procura di Latina è un fatto importante e l’esito di questa indagine deve essere un monito e non può lasciare nessuno indifferente – afferma Natale Di Cola, segretario generale Cgil Roma e Lazio -. Deve proseguire quel percorso di cambiamento verso una maggiore legalità, che si era registrato dopo la morte di Satnam e che oggi non solo sembra essersi arrestato ma anche ritornato al passato”.
5 euro l’ora
I braccianti prendevano 5 euro all’ora con turni di 8-9 ore al giorno, sette giorni su sette, senza contratto, senza riposo settimanale e senza straordinari. Niente servizi igienici, niente dispositivi di sicurezza. A queste scoperte gli inquirenti sono arrivarti esaminando le comunicazioni anche sui social e attraverso le testimonianze dei compagni di lavoro di Satnam che hanno vinto la paura e si sono esposti raccontando cosa avveniva nei campi dei Lovato, per senso di giustizia e dignità.
Il lavoro sottopagato è la regola
“Questi lavoratori, che sono stati al fianco della Flai nella protesta e nell’indignazione e che noi continueremo a sostenere in ogni modo, hanno dato un contributo importante e decisivo nel ricostruire i fatti – dichiarano Stefano Morea, segretario generale Flai Roma e Lazio e Laura Hardeep Kaur, segretaria generale Flai Frosinone Latina -. Alla chiusura delle indagini emerge il quadro di lavoratori in nero e condizioni di sfruttamento di stranieri in stato di bisogno e sottoposti a ricatto. Intermediazione illecita e sfruttamento sono stati il contesto nel quale è maturata e si è consumata la morte di Satnam, come abbiamo più e più volte denunciato. In tanta parte dell’Agro Pontino il mercato agricolo soffre in maniera strutturale le regole di un lavoro sottopagato, senza sicurezza, fuori dai contratti e dalle norme”.
Un tavolo sulla sicurezza
La Cgil chiede alla Regione Lazio di convocare nuovamente il tavolo operativo per la sicurezza sul lavoro. “Il 2 settembre scorso, congiuntamente a tutte le parti sociali del settore agricolo – conclude Di Cola - abbiamo richiesto un incontro specifico per valutare insieme le condizioni amministrative e finanziarie necessarie per dare piena applicazione alla legge regionale 14 agosto 2019, n. 18, relativa alle disposizioni per contrastare il fenomeno del lavoro irregolare e dello sfruttamento dei lavoratori in agricoltura. Per scardinare questo sistema illegale di fare impresa che si annida anche nei nostri territori ognuno, per il ruolo che ricopre, deve fare la propria parte per tutelare la dignità e i diritti delle persone che per vivere hanno bisogno di lavorare”.