“Prenderci cura di ciò che ci circonda”. È tutto in questa frase il nuovo progetto nato dall’intuizione della Fillea di Latina, la federazione degli edili della Cgil, e portato avanti insieme alla Camera del Lavoro cittadina. È uno dei tanti semi con cui il sindacato rosso sul territorio prova a far fiorire una nuova stagione di ascolto e collaborazione con le forze sociali e, ancor più, con le persone. Il contatto con la base che si è perso – è la frase fatta e ormai anche falsa – in realtà da tempo è tornato al centro delle politiche del sindacato.

“Una scelta di campo fondamentale”, ci ha detto Giuseppe Massafra, segretario generale della Cgil di Frosinone e Latina.

Latina, Q4-Q5

“Il progetto punta alla rigenerazione urbana attraverso l’apertura di uno spazio di aggregazione e partecipazione. Non sarà una sede sindacale, sarà qualcosa di più e di diverso: un punto di incontro tra la Cgil, le persone e le associazioni che vivono e operano in questo territorio. Uno spazio nel quale spiegare, sviluppare e vivere anche le istanze delle nostre mobilitazioni, con un approccio e un rapporto vero con quelle associazioni e quei gruppi che stanno percorrendo con noi la via maestra e che, con la loro attività e il loro lavoro di tutela collettiva e individuale, stimolano le persone a partecipare”.

Al centro del progetto la riqualificazione di uno spazio strappato all’incuria nei condomini del quartieri Q4 Q5, periferia di Latina, edilizia popolare, pochi servizi, tanti progetti mai realizzati, 25mila abitanti spesso lasciati a se stessi. Sul ballatoio di uno di questi palazzoni, tra tante saracinesche chiuse se ne alzerà una per permettere alle persone e soprattutto ai giovani di entrare, avere un luogo tutto loro, di confronto, di ascolto, di azione. Che li strappi alla solitudine di questi tempi.

“Sono progetti come questi – ci ha detto il segretario della Camera del Lavoro – il principale antidoto ai veleni che minano la democrazia. Sono progetti come questi a dare valore e concretezza alle nostre lotte, a declinare nella realtà i nostri slogan. Perché è proprio costruendo relazioni con le persone che proviamo a cambiare il modello di sviluppo, mettendo al centro le persone anziché il profitto”.

Ma come funzionerà in concreto e quali sono gli obiettivi di questo spazio? “Sarà uno spazio nel quale vogliamo contaminarci, attraverso la presenza e la partecipazione. Gli obiettivi li costruiremo di volta in volta insieme a chi vorrà condividerlo e viverlo. Chiunque ci sarà, a partire dai residenti di questo quartiere difficile alla periferia di Latina, porterà il proprio contributo”.

“Vorremmo rendere questo piccolo luogo un faro, un punto di partenza per la riqualificazione urbana, con un occhio di riguardo alla fascia di popolazione che va dai 15 ai 25 anni e che è la prima vittima della ghettizzazione, della mancanza di alternative e di prospettive che spesso caratterizza le periferie delle nostre città. Latina – ci ha detto Giuseppe Massafra – è una delle province che detiene il record di neet (l’acronimo di origine inglese con cui si indicano i giovani che sono fuori da tutto, percorsi di formazione e mercato del lavoro). E per questo vorremmo che questo luogo di aggregazione diventi anche utile come osservatorio e laboratorio per trovare una soluzione a questo fenomeno dei nostri tempi”.