ActionAid è un'organizzazione impegnata da anni per migliorare la qualità della democrazia. Cosa significa in concreto? Rimuovere gli ostacoli che provocano situazioni di disuguaglianza e di ingiustizia e promuovere i diritti di persone e comunità. Lo facciamo attraverso la partecipazione che è uno strumento che permette agli individui di convogliare il proprio pensiero e l'energia individuale in un’idea collettiva. Praticare la partecipazione è quindi la linfa vitale per una democrazia di qualità. Un percorso continuo, dinamico e soprattutto collettivo, inteso come bene comune a disposizione di tutti e tutte.

È per questo che convintamente aderiamo alla manifestazione del 7 ottobre della Cgil: ActionAid crede che sia necessario animare gli spazi civici e fare in modo che tali spazi siano ampliati per la consultazione e la partecipazione dei cittadini e delle cittadine e non ridotti come invece documentiamo nel nostro report "La qualità della democrazia", una pubblicazione che curiamo da due anni proprio sullo stato della partecipazione e degli spazi civici.

ge:kolumbus:rassegnacgil:3441444

Dal nostro osservatorio, sia di analisi teorica che nelle pratiche quotidiane, riscontriamo in Italia e nel mondo tante ombre sullo stato di salute della democrazia. Per questo reclamiamo processi e forme utili alla formazione di decisioni condivise con i giovani, le donne, le persone, le comunità al centro. Di fatto però questo non sempre avviene e non nella misura che vorremmo.

In particolare, nella questione ambientale, nella partecipazione dei giovani alle scelte che riguardano il sistema scuola, nella definizione di politiche più eque per le persone in situazioni di marginalità, nelle politiche che promuovono i diritti delle donne a decidere della propria vita e del proprio corpo. ActionAid ha il compito oggi, in un Paese dove la tutela di alcune conquiste sociali e diritti è a rischio, di dare voce alle persone e alle comunità tenute fuori dalla sfera pubblica.  
 
In tutti gli spazi che abita, ActionAid continua la riflessione sulla crisi delle rappresentanze, il non voto e il ruolo dei soggetti civici che cercano di produrre accountability non solamente in merito a questioni specifiche, ma anche sul rapporto tra processi e spazi per la partecipazione che funzionano o meno. In questa fase storica, il cambiamento necessario dovrebbe tradursi nella capacità di ricostruire una forma di potere collettivo e condiviso con continuità, nell’organizzare pazientemente questo processo, nel creare sentieri che si incrocino con quelli delle varie dimensioni dell’oppressione, associando lotte diverse come quelle ai fascismi, all’omo-transfobia, al sessismo e anche alle lotte tra classi e per un lavoro dignitoso.

Il 7 ottobre e ogni giorno, ActionAid si sente chiamata ancor di più a dare voce a persone e comunità, diffondendo orientamenti, principi, ma anche e soprattutto pratiche capaci di rendere ricco, plurale e anche costruttivamente conflittuale, il confronto nella sfera pubblica.

Marco De Ponte, segretario generale ActionAid