Armati di vanghe e stivali, idrovore, rastrelli e scope, sono partiti da Roma per spalare fango e risucchiare acqua nella Camera del lavoro di Castel Bolognese, finita sott’acqua come la maggior parte degli edifici della città del ravennate, gravemente colpita dalle due alluvioni. Otto delegati Cgil, tra regionale, Spi e lavoratori, una squadra rodata con una formazione specifica per intervenire in situazioni di emergenza e dare una mano quando si tratta di rimettere in piedi le sedi sindacali, e non solo.

“Anche se i compagni delle Camere del lavoro del circondario sono tutti mobilitati, il segretario organizzativo ci ha chiesto un supporto, così siamo partiti - spiega Toni Quintiliani, del dipartimento organizzazione Cgil Roma e Lazio -. Facciamo parte di un’associazione di volontariato aperta a tutti e specializzata negli interventi in caso di calamità, Progetto 1, che ho fondato anni or sono proprio per dare un aiuto quando si verificano disastri. E quando c’è bisogno non ci tiriamo indietro”.

La sede Cgil di Castel Bolognese non è ancora agibile. Il piano terra è sgombro, ma adesso tocca al seminterrato: c’è un metro d’acqua per 300 metri quadrati. “I compagni hanno perso tutto: mobili, computer, archivio, attrezzature, stampanti, fotocopiatrici – prosegue Quintiliani -. E sono distrutti, sia moralmente che psicologicamente, come gli abitanti. Intere famiglie non hanno più nulla ma con una forza d’animo straordinaria si sono rimesse subito in carreggiata per ripulire, ripristinare. Intorno è pieno di rifiuti e fango, mobili, elettrodomestici, suppellettili. Una cosa così l’ho vista solo per l’alluvione del Sarno nel 1998, ma qui è molto peggio”.

Dopo Castel Bolognese, toccherà alla Camera lavoro di Forlì, anche quella disastrata, ma da lunedì arriverà una seconda squadra a dare il cambio. “Andremo avanti a oltranza? – conclude Quintiliani -. Sì, fino a che non sarà tutto sistemato”.