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Più 528 euro all’anno: Di questi, 198,30 euro sono destinati solo agli acquisti alimentari. È quanto spenderà in più una famiglia italiana media nel 2025, stante l’andamento del tasso di inflazione: a settembre il livello è rimasto a quota 1,6 per cento, mentre segnano un’accelerazione i prezzi dei beni energetici, sia regolamentati che non, mentre rallentano i prezzi dei servizi relativi ai trasporti. Quello del cosiddetto carrello della spesa passa al più 3,1 per cento, con un’impercettibile diminuzione.
Ricadute pesanti
Le ricadute sulle famiglie italiane le ha calcolate l’osservatorio nazionale di Federconsumatori, che lancia l’allarme: “Si tratta di dati che appaiono in tutta la loro drammaticità – scrive l’associazione in una nota –, se uniti a quelli recenti diffusi sempre dall’Istat relativi al taglio operato da una famiglia su tre sulla spesa alimentare e all’aumento dei prezzi in tale comparto, che dal 2019 segna un incremento di circa un terzo”.
Le rinunce delle famiglie
A questo si aggiungono le rinunce: l’osservatorio ha rilevato una riduzione del consumo di carne e pesce, meno 16,9 per cento, con uno spostamento anche verso il consumo di tagli e qualità meno costosi e meno pregiati, l’incremento della tendenza a ricercare offerte, sconti, acquisti di prodotti prossimi alla scadenza, abitudine adottata dal 51 per cento dei cittadini, l’aumento della spesa nei discount, del più 12,1 per cento.
“Sacrifici a cui molte famiglie sono costrette a causa dei salari fermi e delle difficoltà economiche in continuo aumento – prosegue Federconsumatori –. Di fronte a questa situazione è necessario e urgente avviare alcuni provvedimenti che siano realmente in grado di arginare i rincari e sostenere il potere d’acquisto delle famiglie, specialmente le più fragili colpite da queste dinamiche”.
Restituire a lavoratori e pensionati
Quali sono le proposte? Innanzitutto la rimodulazione dell’Iva sui generi di largo consumo, che consentirebbe un risparmio di oltre 516 euro all’anno a famiglia. Poi la creazione di un fondo di contrasto alla povertà energetica e una per combattere la povertà alimentare. Quindi l’associazione chiede lo stanziamento di risorse adeguate per la sanità pubblica e per il diritto allo studio e una riforma fiscale equa, tesa a sostenere i bassi e medi redditi, e non a incrementare le disuguaglianze.
“In tal senso è necessario restituire a tutti i pensionati e ai lavoratori dipendenti quanto pagato più del dovuto a causa del fiscal drag – conclude la nota –. Infine, l’avvio di determinate azioni di verifica e contrasto a intollerabili fenomeni speculativi sui prezzi lungo le filiere”.