Non è quello presentato oggi il progetto che può contrastare la violenza maschile sulle donne. Anzi, rischia di rinforzarla.

Le donne della Cgil hanno scritto al ministro Valditara per dire che “non può certo essere una persona con le caratteristiche del professore Amadori a capo e nel progetto formativo nelle scuole sul contrasto alla violenza di genere contro le donne che oggi sono le vittime di cui urgentemente dobbiamo occuparci”.

Non può “perché servono competenze specifiche e non generiche. Serve che chi deciderà come accompagnare gli studenti nel conoscere e riconoscere la violenza maschile sulle donne sappia cosa la violenza maschile sulle donne sia e non pensi che ci sia un solo fenomeno ‘violenza’ agito parimenti da uomini e donne. Non lo diciamo noi, Ministro, lo dicono le 130 donne uccise ogni anno da un uomo”.

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Non si può, continua la lettera “delegare all’ordine degli psicologi la strutturazione dei corsi e le docenze, escludendo l’esperienza dei centri antiviolenza, delle studiose e degli studiosi delle conseguenze del patriarcato sulla nostra cultura, e senza fissare criteri e caratteristiche di chi quei corsi deve tenere. Troppo grande il pericolo che si prediligano teorie inventate o che rinforzano la cultura sessista e paternalistica alla base dei femminicidi”.

E “non si può e non si deve prescindere dalle linee guida sulla formazione, come previsto dal ddl che oggi verrà licenziato definitivamente dal Senato, che passerà dall’Osservatorio antiviolenza costituito da centrali antiviolenza e associazioni che si occupano di questi temi ogni giorno, non solo quando la cronaca lo richiede. E dalle organizzazioni sindacali che si occupano del personale della scuola che materialmente dovrà gestire quei percorsi e farli funzionare”.

“Altrimenti, ministro, sorge il dubbio che si stia dando vita ad una scatola vuota solo per dare una risposta mediatica al clamore di questi giorni”, sottolineano le donne di Belle Ciao. “Oppure, nel peggiore, che si utilizzi questa occasione per rafforzare quella cultura qualunquista, dannosa quanto quella consapevolmente patriarcale, che racconta che tutto è uguale, che la violenza la fanno pure le donne ed è anche peggiore di quella che fanno gli uomini”, conclude la missiva.