Il sistema idrico è allo sbando, come vent’anni fa: stesse criticità, stessi disservizi, stesso abbandono. In Sicilia l’emergenza acqua non è stata mai affrontata e come ogni estate si acuisce.

Chi paga

“A pagarne il conto sono i lavoratori, il sistema produttivo, i cittadini - sostengono Alfio Mannino, segretario generale Cgil Sicilia, e Tonino Russo, segretario Flai regionale -. La situazione è rimasta immutata, nonostante i segnali di profondo disagio proveniente dai territori e dai vari settori produttivi, nonostante le nostre denunce e le piattaforme rivendicative che hanno sempre unito all’analisi e alla critica le proposte. La relazione della Corte dei Conti lo certifica”.

Le proposte

Tra le proposte, un’unica governance regionale, pubblica, partecipata che si muova sulla base di un progetto organico che guardi ai modelli virtuosi del Mezzogiorno. “Occorre definire ruoli, regole e obiettivi per una strategia che affronti l’emergenza ma che al contempo ne elimini il carattere strutturale”.

Il quadro dipinto dalla Cgil è desolante: una gestione dei sistemi idrici frammentaria, le reti idriche obsolete, gli impianti fermi, lo stato delle dighe, l’incapacità di trasformare in cantieri le risorse pur esistenti si traducono in continui razionamenti, sofferenza delle campagne e del comparto agricolo, difficoltà per le imprese.

L’acqua c’è

Il paradosso è questo: l’acqua, nonostante la crisi climatica, c’è ma non viene raccolta come potrebbe, viene dispersa per milioni di metri cubi nelle reti colabrodo, non viene distribuita.

L’effetto sull’occupazione è diretto e a catena – sostengono i dirigenti sindacali -: le aziende agricole e zootecniche sono in ginocchio, l’indotto agricolo, dalla trasformazione ai trasporti, è travolto. E negli elenchi anagrafici agricoli si registra una drastica riduzione degli iscritti, segnale drammatico di un’occupazione che scompare sotto i colpi dell’inerzia politica e gestionale”.

La mobilitazione

Già lo scorso anno il tema della siccità è stato la prima tappa di una mobilitazione della Cgil per rivendicare un nuovo piano idrico, l’efficienza idrica, la verifica delle falde, un piano di forestazione.

“Ma il governo regionale è restato sordo – precisa Mannino -. È sconfortante ed emblematico che sia sulla gestione pluridecennale dell’emergenza idrica che sui rifiuti, la Corte dei Conti contesti oggi alla Regione la mancanza di documentazione, certificando ulteriormente un modo di procedere anomalo e senza raziocinio”.

Consorzi allo sbando

“I giudici contabili certificano anche una condizione indegna dei consorzi di bonifica, che non garantiscono un servizio efficiente agli agricoltori – aggiunge Russo -, né il pagamento degli stipendi ai lavoratori e che la politica ha scelto di fatto di non affrontare”.

“È come se si fosse scelto di condannare la Sicilia alla desertificazione del territorio, dell’economia, dell’occupazione – concludono Mannino e Russo - e questo è inaccettabile. La nostra mobilitazione continuerà, per una cambiamento radicale che restituisca prospettive alla nostra regione”.