Si è conclusa ieri sera la trattativa lampo del ministero dell’Istruzione sulla stipula del contratto collettivo integrativo per la definizione dei criteri di accesso del personale della scuola alla polizza sanitaria con decorrenza 1° gennaio 2026. L'accesso sarà riservato ai lavoratori di ruolo e ai supplenti con contratti fino al 31 agosto. Restano esclusi circa 230 mila supplenti, tra docenti e Ata, con contratti al 30 giugno, salvo un generico impegno del Ministero a trovare in futuro fondi aggiuntivi anche per loro.
“Chi aderisce alla polizza potrà beneficiare di un rimborso spese solo in caso di grandi interventi o per cure odontoiatriche (una seduta di igiene dentale e una visita specialistica). Allo studio del ministero (che si avvale del broker assicurativo Marsh per la definizione del bando europeo) possibili ampliamenti della polizza per ottenere il rimborso spese legato alla prevenzione oncologica, al parto e ad un pacchetto per la prevenzione cardiologica. Anche se durante la trattativa di ieri, queste eventuali estensioni non sono state indicate con chiarezza e con certezza”. È quanto si legge in una nota della Flc Cgil..
La misura, limitata a soli 4 anni, si avvale di un finanziamento di 260 milioni di euro di cui 250 sottratti con un taglio drastico ai fondi per il funzionamento didattico e amministrativo delle scuole. “Si tratta di risorse indispensabili per il funzionamento delle istituzioni scolastiche – sottolinea il sindacato di categoria - le quali saranno costrette, come è già accaduto in passato, ad aumentare il cosiddetto 'contributo volontario' a carico delle famiglie per continuare a far fronte alle spese di gestione.”
Per la Flc Cgil “si contrappone il diritto primario alla salute ad un altro diritto primario garantito dalla Costituzione come l’accesso gratuito all’istruzione”. Il comunicato denuncia anche “spazi negoziali pressoché inesistenti. Infatti il sindacato si è limitato a prendere atto del fatto che si tratta di stipulare una polizza per l’assistenza sanitaria integrativa e non di scegliere e contrattare (come sarebbe logico) la forma di welfare contrattuale più consona per il personale della scuola. Peraltro, visto il numero di oltre 1,2 milioni di addetti nel settore, lo stanziamento di 65 milioni ad anno potrà darà una copertura annua di circa 54 euro a lavoratore. Da qui i notevoli limiti delle prestazioni riservate al personale".
Per il sindacato di categoria "sono necessarie la copertura per tutto il personale della scuola, incluso quello a tempo determinato; chiarezza delle prestazioni erogate e caratterizzazioni sulle reali necessità sanitarie del personale in stragrande maggioranza femminile e, infine, risorse aggiuntive, non sottratte cioè agli studenti e alle scuole, e adeguate alla numerosità del personale".
In sostanta, “l’assistenza sanitaria integrativa diventa l’unico modo per indorare la pillola amara di una mancata valorizzazione del personale scolastico, considerato che per il rinnovo del contratto di lavoro i finanziamenti disposti in legge di bilancio non garantiscono neanche il recupero integrale dell’inflazione. Si conferma così la scarsa attenzione del governo ai lavoratori precari, sia sul versante della stabilizzazione del posto di lavoro, che delle tutele”.

Nell’anno scolastico 2024/2025, secondo stime sindacali, i contratti a tempo determinato fino al 30 giugno sono stati circa 230 mila e i contratti fino al 31 agosto circa 75 mila, per un totale che supera le 300 mila unità, vale a dire il 25% di tutto il personale. A questi numeri monstre si devono aggiungere le migliaia di supplenti temporanei.
“Infine, conclude la nota, non possiamo che sottolineare che tutta questa operazione rappresenta una sconfitta che il governo tenta di coprire, quella di chi non potenzia il servizio sanitario nazionale universale, dirottando soldi pubblici finalizzati alle scuole sul servizio sanitario privato. La Flc si è riservata, prima di assumere qualsiasi decisione, di fare i passaggi interni previsti dal proprio Statuto”.