PHOTO
Nel primo giorno di primavera si è svolta la XXIV Giornata della memoria e dell’impegno che ricorda di tutte le vittime innocenti delle mafie: è stata Padova – dove hanno sfilato 50 mila persone – la piazza principale della mobilitazione promossa da Libera, Avviso Pubblico in collaborazione con la Rai - Responsabilità sociale e sotto l'Alto Patronato del Presidente de la Repubblica.“È una giornata che dà il senso di come stia crescendo nel Paese una domanda di partecipazione e di cambiamento, e lo confermano i giovani in piazza anche oggi". Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, a margine della manifestazione di Padova: "Credo che questa domanda vada colta, una domanda che chiede coerenza dei comportamenti e soprattutto di rimettere al centro la dignità della persona e di aprire una discussione seria sulla qualita' del lavoro e su quello che produce", ha aggiunto.
"Le mafie e la criminalità organizzata vanno dove ci sono più soldi – ha sottolineato il leader della Cgil –. È evidente che anche qui in Veneto c'è stata un'infiltrazione e c'è un problema forte. Ci sono pezzi interi della nostra economia che sono controllati dalla malavita organizzata". "Per questo serve una battaglia senza quartiere non solo sociale e culturale ma anche politica. Ci vuole anche una volontà politica di affrontare questo problema", ha continuato. Il fatto che tra i nomi delle vittime della mafia letti in piazza "18 persone uccise nel 2018 sono straniere e sono state colpite dal caporalato deve far riflettere. Ci dobbiamo chiedere: davvero il problema nel nostro paese sarebbero gli stranieri o quelli che sfruttano gli stranieri? Qui c'e una battaglia da fare, non è che possiamo continuare a raccontare balle o bugie e vendere un mondo che non esiste".
“Passaggio a Nord Est, orizzonti di giustizia sociale”, questo il tema che ha accompagnato la mobilitazione che ha visto la partecipazione nella città veneta dei familiari di vittime innocenti delle mafie e tante iniziative in tutta Italia. Durante la giornata sono stati letti i circa mille nomi di vittime innocenti delle mafie, semplici cittadini, magistrati, giornalisti, appartenenti alle forze dell’ordine, sacerdoti, imprenditori, sindacalisti, esponenti politici e amministratori locali morti per mano delle mafie solo perché, con rigore, hanno compiuto il loro dovere. Il corteo è partito alle 7 dal Park Piazzale Boschetti ed arrivato al Prato della Valle, dove è intervenuto Luigi Ciotti. Dalle 14.30 alle 17, infine, in otto sale della città di Padova seminari tematici. Sul sito di Libera sono segnalati gli eventi che si svolgeranno in tutto il paese.
“Le mafie e la corruzione – ha detto Giuseppe Massafra, segretario confederale della Cgil nell'annunciare la partecipazione della Confederazione – sono oggi emergenze nazionali, veri e propri cappi al collo che impediscono lo sviluppo economico e produttivo del nostro Paese; minano la credibilità delle nostre istituzioni e della politica; contribuiscono a generare disuguaglianza sociale; offrono lavoro basato sullo sfruttamento, se non addirittura sullo schiavismo. Operano così un controllo sociale del territorio che determina regressione democratica e soffocamento delle libertà sociali e individuali”.
Per questo, ha aggiunto il segretario confederale, chiediamo al Parlamento e al governo "di porre al centro dell’azione politica la questione del contrasto alle mafie e alla corruzione. In particolare ribadiamo con forza la nostra netta contrarietà al tentativo di abbassare il rigore e di rendere opache le gare d’appalto. Occorre la massima trasparenza per combattere quel sodalizio perverso fra corruzione e mafie che si annida negli appalti. Inoltre serve potenziare e riorganizzare l’Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (Anbsc), e rendere subito operativo il Fondo per il sostegno al reddito dei lavoratori delle aziende sequestrate”.
Il corteo di Padova è stato chiuso dall'intervento appassionato dal palco di Don Luigi Ciotti, presidente di Libera: "C'è gente che ha deciso di metterci la faccia e far capire da che parte sta. In questo momento nel nostro paese dobbiamo alzare la voce mentre tanti scelgono un prudente silenzio". "Le mafie – ha continuato – sono presenti in tutto il territorio nazionale come dice il rapporto che è stato fatto dal Parlamento, e si sono rese più flessibili e reticolate, sono loro che fanno rete e crescono nelle alleanze. Soprattutto sono diventate imprenditori e imprenditrici e non possiamo dimenticare questa area grigia di commistione tra legale e illegale".
Per Don Ciotti "la mafia è un avversario difficile da scoprire, ma dobbiamo essere riconoscenti al lavoro di magistratura e forze di polizia. Non dobbiamo lasciarli soli e la politica deve dare strumenti: ci vogliono meno leggi e più legge nel nostro paese. Ci vogliono leggi più forti e categoriche. Ci vuole una risposta di cittadini responsabili che si assumano la loro pare di responsabilità. La democrazia chiede a ciascuno di noi di fare la sua parte".
A organizzatori e partecipanti anche il sostegno del presidente della Repubblica Sergio Mattarella: "Vogliamo liberare la società dalle mafie. È un traguardo doveroso e possibile, che richiede a tutti impegno, coerenza, piena coscienza delle nostre responsabilità di cittadini". "Per questo – ha proseguito – è importante la Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, che si celebra ogni anno all'inizio della primavera e che porterà anche quest'anno, a Padova e in numerose altre città italiane, tante persone, associazioni, comunità ad esprimere il bisogno di verità e giustizia, insieme al rifiuto delle violenze e delle oppressioni criminali", ha proseguito il capo dello Stato. "Agli organizzatori e ai partecipanti desidero esprimere la mia vicinanza e il mio incoraggiamento a proseguire nella testimonianza di quei valori civili che soli possono consentire uno sviluppo del benessere e della società", ha detto ancora Mattarella