I fratelli Carlo e Nello Rosselli vengono uccisi il 9 giugno 1937 in Francia da alcuni militanti di un’organizzazione di estrema destra. Si trovavano in Normandia perché Carlo vi soggiornava per ricevere cure termali, dopo essere andato in esilio per evitare le persecuzioni fasciste e aver combattuto nella Guerra civile spagnola.

“Allo scoppio della guerra di Spagna - si legge nella enciclopedia Treccani - nel luglio 1936, Carlo è tra i primi, alla testa di una colonna di volontari di cui fa parte anche Aldo Garosci, a recarsi a Barcellona per mettersi al servizio della Repubblica attaccata dai franchisti. Ottiene così risultati militari che hanno risonanza internazionale: la Spagna lo consacra come uno dei leader dell’antifascismo europeo, colui che Mussolini veramente teme. Rientrato in Francia nel marzo 1937 per curarsi i postumi di una flebite, si reca in Normandia, dove lo raggiunge Nello, riuscito a ottenere il passaporto che gli era stato bloccato; quando glielo riconsegnano, la sentenza è già stata emessa e il piano per eliminare i Rosselli già messo a punto”.

“Nel frattempo - riporta il sito dell’Anpi - Nello è di nuovo arrestato e confinato a Ponza; qualche tempo dopo riesce ad espatriare raggiungendo in Francia il fratello Carlo rientrato dalla Spagna per curarsi a Bagnoles de l’Orne. Nei pressi della cittadina francese, i due fratelli cadono nell’agguato teso loro da alcuni sicari del gruppo filofascista La Cagoule e sono massacrati a colpi di arma da fuoco e coltellate; mandanti del duplice omicidio, Mussolini e suo genero Galeazzo Ciano, alcuni ufficiali del Sim (Servizio informazioni militari), come ha provato l’istruttoria giudiziaria condotta a Roma nel 1944-45”.

Nel bosco di Couterne il 9 giugno 1937 l’auto dei due fratelli si ferma per soccorrere una macchina apparentemente in panne. È un agguato e Carlo e Nello Rosselli vengono barbaramente uccisi a pugnalate e revolverate.

Scriveva il periodico del Partito comunista d’Italia in esilio Il Grido del Popolo: “Oggi, mentre una folla di italiani e di amici francesi accompagneranno al Père-Lachaise i Martiri Rosselli, La Voce degli Italiani, il quotidiano che l’Unione Popolare Italiana e l’Associazione ex - combattenti hanno voluto creare, vedrà la luce per la prima volta e dirà agli italiani la parola della lotta per far trionfare la causa della libertà. La Voce degli Italiani ha anticipato le sue pubblicazioni (in realtà il periodico vedrà la luce solo il mese successivo, ndr). Il nemico non ci ha dato il tempo di preordinare con maggiore cura questa iniziativa, che è una delle più importanti e delle più audaci iniziative degli italiani emigrati. L’orribile assassinio dei fratelli Rosselli - due dei più nobili esponenti dell’antifascismo e della cultura italiana - ci impone con tragica urgenza di intensificare, di infiammare la grande battaglia in difesa del nostro popolo rovinato da un pugno di assassini ridotti ad una mostruosa politica di affamamento, di guerra e di provocazioni”.

Carlo e Nello saranno sepolti nel cimitero monumentale parigino di Père-Lachaise. Nel 1951 i familiari trasleranno le salme in Italia, nel Cimitero Monumentale di Trespiano a Firenze (lo stesso cimitero ospita le salme di Gaetano Salvemini, Ernesto Rossi, Piero Calamandrei, Spartaco Lavagnini).

“Lì - scriveva in occasione dell’80° anniversario della morte Valdo Spini su Patria indipendente, periodico dell’Anpi - fu costituito quello che si chiama il “Quadrato del Non Mollare”. Al vertice vi è la tomba dei Rosselli, con la spada fiammeggiante simbolo di Giustizia e Libertà e la scritta dettata da Piero Calamandrei: Carlo e Nello Rosselli/Giustizia e Libertà/ per questo morirono /Per questo vivono. Davanti alla loro tomba quattro grandi massi portano i nomi di protagonisti della vicenda del Non Mollare: Gaetano Salvemini, Ernesto Rossi, Nello Rosselli, Traquandi ed Enrico Bocci. Quest’ultimo peraltro è solo simbolico. L’avv. Enrico Bocci, diffusore del Non Mollare, si pose, durante la Resistenza a Firenze, nel 1944 alla testa di una Radio Clandestina, Radio Cora. Catturato dai nazifascisti, orribilmente torturato nella famigerata Villa Triste, il suo corpo non venne mai trovato. Una grande, terribile, ma gloriosa storia. Ottant’anni dopo ripetiamo a nostra volta il loro motto, più che mai attuale: Non Mollare”.

 

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