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La revisione dei parametri per la formazione delle classi "è un fatto positivo". Ma la modifica della norma, introdotta dal governo Berlusconi nel 2008, "va governata con una nuova definizione del fabbisogno organico di diritto di docenti e Ata, in modo che esso non risponda a meri motivi di contenimento della spesa pubblica". Ad affermarlo in una nota è la Flc Cgil, che ha partecipato martedì 26 febbraio, all’audizione presso la commissione Cultura della Camera sulla revisione dei parametri per la formazione della classi (proposta di legge di modifica n.877 all’articolo 64 del DL n.112/2008 convertito nella L.n.133/2008), esprimendo parere favorevole sul provvedimento.
Ma, c'è un grosso "ma". "Alcuni parlamentari della commissione hanno avanzato la tesi che la soluzione ai problemi di organico e di ammodernamento degli edifici risieda non tanto nella riduzione degli alunni per classe, quanto nell’attuazione del progetto di autonomia differenziata - riferisce la Flc - Riteniamo al contrario, che un simile progetto avrebbe delle conseguenze ancora più negative sulla garanzia del diritto sociale all’istruzione, che verrebbe esercitato in maniera diseguale sul territorio nazionale. La Carta costituzionale assegna allo Stato il compito di rimuovere gli ostacoli e sanare le differenze e non di accentuarle".
"La Flc Cgil non arretrerà nemmeno di un passo rispetto ai principi costituzionali che sono alla base della federazione stessa che si batte da anni per la qualità della scuola pubblica, di tutti e di ognuno, in una visione unitaria e solidale dell’intero sistema", conclude il sindacato.