“Ringraziamo il dottor Cantone per il grande lavoro svolto alla guida dell'Anac e, anche se qualche volta non abbiamo condiviso nel merito alcune interpretazioni sul Codice degli appalti, concordiamo profondamente con la sua analisi: in troppi, e molti anche in malafede, hanno accusato di regole eccessive un sistema normativo che in realtà altro non ha fatto che mutuare le migliori pratiche europee, con un di più di attenzione alla prevenzione di infiltrazioni criminogene e corruzione che sono storicamente e giuridicamente accertate”. Così dichiara in una nota Alessandro Genovesi, segretario generale della Fillea Cgil.

Il sindacalista prosegue: “Cantone ha ragione nel dire che il contesto è cambiato: da un lato si sono diffuse ‘fake news’ che indicavano nel Codice e nelle Linee guida la causa dei rallentamenti dei cantieri, salvo poi venire contraddette dai dati istituzionali, secondo i quali nei primi mesi del 2019 – cioè prima del nuovo intervento sul codice – progettazioni, assegnazioni ed esecuzioni sono cresciute con percentuali a 2 cifre e con un altissimo tasso di successo (cioè senza contenzioso) dei bandi coordinati da Anac. Dall’altro lato – continua Genovesi – con lo sblocca-porcate il legislatore ha praticamente legittimato il ritorno alle liste delle ‘imprese fiduciarie’ e alle trattative negoziate, colpendo l’istituto della gara pubblica, con evidente danno alla concorrenza e con il possibile aumento di fenomeni corruttivi. Ha inoltre riportato in auge il massimo ribasso e aumentato la percentuale di subappalto, da sempre veicolo di compressione di diritti, tutele e trasparenza ed eliminato l’obbligo della terna per i subappaltatori, introducendo la verifica sulle imprese a dopo l’apertura delle buste”.

Una situazione mutata in peggio, di fronte alla quale il sindacato proseguirà nella sua battaglia per la legalità e la trasparenza: “Ci stiamo battendo affinché il maggior numero delle stazioni appalti condivida con i sindacati protocolli e accordi, perché si sfruttino tutte le possibilità che il codice ancora riconosce per respingere ogni peggioramento delle condizioni dei lavoratori e ogni riduzione di trasparenza a danno delle stesse pubbliche amministrazioni oltre che delle tante imprese serie” conclude il numero uno di Via Morgagni.