“La parola condono è una parola pericolosa, a prescindere”. A dirlo è Alessandro Genovesi, segretario generale Fillea Cgil, commentando con Adnkronos/Labitalia l'ipotesi di condono edilizio su piccole irregolarità di ci si sta parlando in queste ore all'interno del governo.

“Premetto che dobbiamo leggere il testo, se ci sarà”, spiega Genovesi: “E comunque, anche se si dovesse trattare di un condono di piccole irregolarità da un punto di vista catastale o di forma, cioè di cose che non intaccano né la cubatura né lo spazio di distanza tra un'opera e l'altra, che sono cose non condonabili per me per principio, sono cose che si fanno pagando la sanzione, non si può pensare a un prezzo politico”.

Prosegue l’esponente sindacale: “Se si tratta delle piccole irregolarità, quali sono? Parliamo di un'accelerazione delle pratiche sospese del condono del 1985 o di un condono di piccole irregolarità? Perché c’è una grande differenza. Un conto è dire ‘condono delle irregolarità’, un conto è dire accelero il fatto che la pubblica amministrazione deve in molti Comuni rispondere sulle difformità a suo tempo denunciate con il condono del 1985 e del 1993. Una norma che permette dopo 20 anni di avere una risposta la trovo di buon senso. Ma temo che non sia solo quello”.

In ogni caso, conclude il segretario generale Fillea, comunque sia “non esiste che anche ‘la messa a posto’, visti che molti condoni vengono fatti per prendere i bonus o per vendere la casa, avvenga a prezzo politico. Si paga la sanzione, si paga l'intero riaccatastamento, al massimo si riaprono quindi i termini per pagare la multa, e senza sconti”.