“Lo scorso 11 settembre attraverso la figura istituzionale del Consigliere aggiunto al Comune di Napoli, che è un rappresentante delle comunità straniere in città, abbiamo intercettato e incontrato una delegazione di circa 400 lavoratrici e lavoratori del Bangladesh che dal 2023 a oggi sono arrivati in Italia con il Decreto Flussi, quindi con una regolare documentazione, e poi non hanno ottenuto la regolarizzazione perché il datore di lavoro non era reperibile. Si tratta di un campione rappresentativo di una situazione molto più ampia e drammatica che non esiste solo a Napoli ma è diffusa in tutta Italia”. La segretaria Cgil Napoli e Campania Elisa Laudiero, in una conferenza stampa di questa mattina, 5 novembre, ha denunciato la condizione in cui si trovano circa 400 tra lavoratori e lavoratrici, residenti a Napoli e in Campania, provenienti dal Bangladesh che, nelle scorse settimane, si erano rivolte all’organizzazione per chiedere aiuto e assistenza sui loro casi.
“Sono – ha spiegato Laudiero – lavoratrici e lavoratori che arrivano con la convinzione di entrare regolarmente in questo Paese, ma che poi non possono ottenere il permesso di soggiorno. Questo innesca un’altra serie di irregolarità a catena, perché essendo ancora qui, lavorano in nero, affittano delle case in nero e alimentano involontariamente una economia sommersa da cui sarebbero ben lieti di uscire”.
Ad alimentare le preoccupazioni della Cgil anche le recenti inchieste e i provvedimenti emessi dalla magistratura napoletana sul filone di indagini che sta portando alla luce, da un anno a questa parte, l’esistenza sul territorio campano di un fenomeno di illegalità che vede protagonisti una serie di imprenditori, consulenti, Caf e professionisti a vario titolo, collegato allo strumento di accesso alle quote d’ingresso per lavoratrici e lavoratori stranieri, conosciuto come “click day”.
Cosa ha fatto la Cgil?
Dopo aver raccolto le istanze, sono state fatte le opportune segnalazioni alla Prefettura di Napoli, sempre attenta alle condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori. Queste persone, a oggi, non hanno abbandonato il loro progetto di vita in Italia, e dunque continuano lavorare e risiedere sul territorio di Napoli e provincia, in una condizione di irregolarità subita. “A nostro avviso – scrive la Cgil – è necessario e urgente che le istituzioni che hanno competenza, individuino i percorsi per garantire la regolarizzazione, utilizzando le norme esistenti e attivando una necessaria procedura di regolarizzazione. Come sindacato abbiamo sempre espresso una posizione critica rispetto allo strumento del Decreto Flussi che troviamo inefficace rispetto all’incrocio tra la domanda e l’offerta di lavoro e, più in generale, la nostra contrarietà alla legge Bossi-Fini che lega inesorabilmente il permesso di soggiorno al contratto di lavoro. E i numeri di effettivo accesso alle quote ma soprattutto quelli relativi ai contratti di lavoro effettivamente attivati lo testimoniano. Si determina in tal modo la condizione di irregolarità che non presenta vie d’uscita. A tutela delle persone, per rimediare alla illegalità subita e per evitare che siano vittime due volte”.
I numeri
In totale le istanze raccolte dagli uffici della Camera del Lavoro Metropolitana di Napoli, riferite agli anni 2022-2023-2024, sono 398. Nello specifico: 197 tra Napoli e provincia, 68 tra Salerno e provincia, 43 tra Caserta e provincia, 11 tra Avellino e provincia e 2 a Benevento e provincia. Inoltre, sono stati raccolti anche 77 nulla osta registrati in altre province e regioni italiane che, in alcuni casi, sono stati lavorati da professionisti, consulenti e Caf di Napoli e provincia. Tra i principali settori lavorativi delle aziende richiedenti ci sono agricoltura, ristorazione, tessile ed edilizia.
“Il lavoratore extracomunitario che viene qui in Italia – ha denunciato il segretario generale Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci – viene beffato due volte perché non trova il datore di lavoro che è fasullo e non ha nemmeno diritto al permesso di soggiorno. Le indagini e i provvedimenti restrittivi emessi recentemente dal Tribunale di Napoli dimostrano che in questo sistema c'è tanta illegalità. Come sindacato, abbiamo sempre sostenuto che il Decreto Flussi non funziona. In Campania – ha ricordato Ricci - si registra un elevatissimo numero di domande ma i lavoratori scoprono, dopo il famoso click day, di non trovare più il datore di lavoro per il quale hanno ottenuto il loro ipotetico permesso di soggiorno”.
Ricci, Cgil Napoli Campania: “Le legge Bossi-Fini rappresenta un problema, va abolita”
“Abbiamo deciso di denunciare questa situazione proprio nelle settimane in cui il Governo si appresta ad approvare la legge Finanziaria con cui si dovrebbero stanziare risorse per aiutare queste persone a emergere da una situazione di illegalità che solo ora stanno trovando il coraggio di denunciare. La legge Bossi-Fini – ha continuato il segretario generale Nicola Ricci – rappresenta per questo Paese ancora un grosso problema. Non si può sconfiggere un sistema delinquenziale, che ha connotati internazionali, se non c'è una legge chiara, se non si interviene da un punto di vista normativo. C’è una filiera attualmente in mano alla criminalità fatta di false aspettative, nulla osta fasulli e aziende fantasma. Ed è su questo fronte – ha concluso – che l’azione della magistratura va coadiuvata e incentivata".






















