“Le vertenze territoriali necessitano di un interlocutore vero. Penso al problema della Xylella, questione su cui erano stati fatti importanti passi in avanti anche attraverso alcune iniziative go­vernative. Il rischio della crisi dell’esecutivo potrebbe far dilagare il danno”. A dirlo è Pino Gesmundo, segretario generale della Cgil Puglia, in un’intervista apparsa oggi (martedì 20 agosto) sulla Gazzetta del Mezzogiorno.

"La questione del Mer­catone Uno staziona al ministero, ci sono migliaia di lavoratori, di cui 260 pugliesi, che percepiscono una cassa integrazione da fame", continua l'esponente sindacale: "Di Maio aveva assunto degli im­pegni, ma ora? Per la Bosch il problema è ancora più ampio, perché in ballo non ci sono solo 700 esuberi, ma la necessità di aiutare la riconversione di un’azienda vero l’elettrico. E per questo servono politiche nazionali". Gesmundo sottolinea anche che "il governo aveva aperto molti fronti, dalla Ba­ri-Napoli alle Zes che ora rischia­no di impantanarsi, così come i Contratti di sviluppo istituziona­li".

C'è poi la questione della sanità. "In Pu­glia abbiamo l’esigenza di uscire dal piano operativo, al­trimenti non si possono fare as­sunzioni né investire risorse im­portanti", spiega il segretario Cgil: "Ma sono decisioni de­legate ai ministeri competenti. Se saltano rimaniamo bloccati". Infine, la lotta alla corruzione e al caporalato: "Sal­vini aveva promesso un giro di vite su controlli e repressione che, però, ancora non si è visto. Anche Conte si era impegnato in questo senso. Oltretutto, in Par­lamento si era aperta una discus­sione pericolosa sulla modifica della legge 199. Noi siamo asso­lutamente contrari, ma serve chiudere la questione".