“L’aumento della povertà preoccupa. La tenuta sociale è a rischio. I dati diffusi dalla Caritas evidenziano questioni su cui stiamo riflettendo da tempo: c’è un peggioramento oggettivo della condizione di lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati anche in questa regione, legato alle dinamiche generali che abbiamo osservato negli ultimi anni”. Così Massimo Bussandri, segretario generale Cgil Emilia-Romagna, ha commentato i dati diffusi in queste ore dalla Caritas e relativi alla situazione del territorio. Secondo il Rapporto sulle Povertà 2022 realizzato dalla Caritas diocesana di Rimini, tanto per citare un numero, lo scorso anno, su 5.407 persone incontrate dalle Caritas del territorio diocesano, 1.449 erano senza dimora, ben il 27% del totale.

“Avevamo detto che i conflitti avrebbero peggiorato la condizione delle persone che rappresentiamo e così è stato, c’è un’inflazione che ha galoppato per tre anni e nessuno l’ha fermata, oggi è arrivata al 17% e incide sulle tasche di lavoratori e pensionati anche di questa regione”.

Oggi si è poveri anche lavorando

“C’è poi tutto l’enorme tema del fatto che oggi si è poveri anche lavorando, questo significa che dobbiamo ancora lavorare per raggiungere un obiettivo scritto nel Patto per il lavoro e il clima che è la qualità del lavoro, perché dietro la povertà lavorativa si cela una scarsa qualità del lavoro che riguarda soprattutto precarie e precari, lavoratrici e lavoratori cui viene imposto il part time, giovani che lasciano questa regione o lasciano il lavoro perché poco retribuiti. Nelle grandi città, a queste dinamiche, si aggiungono i costi per vivere, a partire da quello della casa che sta diventando inaffrontabile per famiglie, giovani e anziani soli".

Più formazione contro la povertà lavorativa

“Si dovrebbe dare ulteriore impulso ai contenuti del Patto per il lavoro e il clima – ha detto Massimo Bussandri – finalizzando ancora di più la formazione, in cui la Regione investe tanto, per le categorie più a rischio di povertà lavorativa e vigilare e impedire l’aumento dei costi dei servizi pubblici su famiglie e anziani soli che sono già in sofferenza”.

Il tema degli appalti

“C’è poi il tema degli appalti, non solo pubblici ma anche privati, perché sappiamo tutti che nella filiera degli appalti si annida una fetta consistente di lavoro povero e irregolare. Quindi è necessario bandire gare di appalto che tengano conto della dignità retributiva e lavorativa, ma anche provare a strutturare una governance di tutto il sistema degli appalti e degli affidamenti dei privati”.

La sanità

"Poi c’è il tema della tenuta della sanità pubblica perché l’allungamento delle liste di attesa, le difficoltà in cui versa la sanità pubblica fanno sì che molte persone non siano in condizione neanche di curarsi e se si va, come sta già accadendo, verso la privatizzazione del sistema sanitario sempre meno persone potranno curarsi e ciò alimenterà ulteriormente la povertà”.

"Infine, l’incremento occupazionale registrato ultimamente avviene tutto nei settori nei quali si concentra una maggiore fragilità contrattuale e contributiva mentre siamo al palo nella manifattura dove si assiste addirittura a un aumento del lavoro autonomo.

La nostra Regione, nell’insieme di istituzioni e parti sociali, deve farsi presidio di un nuovo modello economico e sociale che parta dalla tutela degli ultimi, viceversa usciremo da questa fase di grandi incertezze con il rischio di un enorme dramma sociale”.