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Mafie, dipendenze, giovani, Europa. Nel gioco d’azzardo in Italia c’è quasi tutto. Le attività legali che s’intrecciano con azioni e infiltrazioni illegali, dove le mafie trovano varchi per proliferare. Le dipendenze, quella dello Stato che non vuole rinunciare al gettito fiscale e quelle delle famiglie, per contrastare le quali sono state ridotte risorse e tagliati strumenti.
L’opera di normalizzazione per farlo entrare nella vita quotidiana di giovani e giovanissimi, sempre più ricettivi. E l’Europa, davanti alla quale rappresentiamo una vera anomalia: siamo il mercato più importante del continente, tra i primi al mondo.
Primi in Europa
Il quadro delineato dalla terza edizione del Libro nero dell’azzardo curata da Cgil, Federconsumatori e Fondazione Isscon, e presentata oggi (giovedì 3 luglio), è davvero preoccupante. Siamo il Paese dove il potere d’acquisto è arretrato di più, ma dove la perdita complessiva nell’azzardo, 21 miliardi di euro, è la maggiore d’Europa, superiore a quella del Regno Unito e molto distante da Germania e Francia (14 miliardi).
Soluzione in un colpo solo?
“Un’ulteriore conferma della relazione inversa tra la situazione socioeconomica e l’incremento della raccolta dell’azzardo – spiegano gli autori –, oltre che del suo ruolo importante nel mantenimento, se non nell’accelerazione delle diseguaglianze sociali. Sono tanti i fattori che portano all’idea illusoria che una vincita possa risolvere, in un colpo solo, i problemi economici. Tra questi la crescita della pubblicizzazione dell’azzardo, anche attraverso strumentali inviti al gioco responsabile, che altro non sono che l’aggiramento dei residui divieti”.
Il fenomeno
La raccolta dell’azzardo in Italia nel 2024 ha raggiunto i 157,4 miliardi di euro, una cifra incredibile, pari al 7,2 per cento del Pil e superiore di 20 miliardi alla spesa sanitaria complessiva. Sul 2023 la crescita è stata del 6,6 per cento, sul 2019 del 42,5. La raccolta pro capite, per ogni cittadino maggiorenne, ha raggiunto i 3.137 euro; le perdite complessive corrispondono al reddito medio netto di 1.150.000 lavoratori a tempo pieno.
Il superamento del canale online su quello fisico è avvenuto da tempo, si legge nel report, ma riguarda soprattutto il Centro-Sud, dove la malavita organizzata e l’economia grigia e nera utilizzano l’azzardo in remoto come modalità conveniente per il riciclaggio di capitali sporchi. Mentre a livello nazionale l’azzardo fisico non ha ancora raggiunto i livelli pre-pandemici, l’azzardo online è cresciuto di 10 miliardi nel 2024, registrando un +12,2 per cento.
La mappa
Il report analizza giocate e volumi dell’online per regioni, province, capoluoghi ed evidenzia gli elevati valori nel Sud: Campania e Sicilia, senza dimenticare altre province che occupano i primissimi posti del ranking nazionale. Situazioni solo apparentemente anomale, che vanno interpretate alla luce di importanti operazioni condotte in quei territori dalla direzione investigativa antimafia.
La classifica delle province per l’azzardo da remoto vede al primo posto Isernia, seguita da Siracusa, Messina e Palermo, poi tre province campane, Salerno, Napoli e Caserta. Quindi Reggio Calabria, Taranto e Teramo. Tutte e dieci sono sopra i 3 mila euro nella fascia 18-74 anni, e tutte hanno fatto registrare crescite importanti nel 2024.
“Ci sono profonde differenze tra aree del Paese, tra province e comuni, a volte contigui”, si legge nel Libro nero: “Differenze che nel caso dei dati delle slot, purtroppo indisponibili nel dettaglio, attengono anche le dimensioni della rete fisica, ma che nel caso dell’online corrispondono pericolosamente alla mappa dei fenomeni di illegalità, che a volte sono meticolosamente indagati dallo Stato”.
Il caso Isernia
Spicca il dato di Isernia, il più piccolo capoluogo d’Italia e il primo per giocate pro capite nel solo online: nel 2022 registrava 2.686 euro a testa, saliti a 4.143 nel 2023, diventati 6.853 euro nella fascia 18-74 anni. Più 155 per cento in due anni, sei volte di più di Treviso, quasi quattro volte più dell’Aquila e Ancona.
Come si spiega? I ricercatori citano un articolo del quotidiano Il Nuovo Molise: il territorio molisano, pur non avendo formazioni criminali autoctone, offre un terreno fertile per l'espansione delle mafie provenienti da regioni limitrofe come Puglia, Campania e Lazio, ma è anche un nascondiglio sicuro per i criminali in fuga.
Bisogna intervenire
“Questa terza edizione è stata la più difficile e complicata – spiega Denise Amerini, responsabile Dipendenze e carcere dell’Area stato sociale e diritti Cgil -, non solo per l’ulteriore crescita dell’azzardo nel nostro Paese, ma anche per gli ostacoli causati da norme sbagliate, che vietano la diffusione dei dati territoriali per gran parte del gioco fisico. I dati confermano la necessità di intervenire con norme che regolamentino davvero l’offerta nei territori, ponendo al centro la salute e il benessere dei cittadini”.
Peccato che si stia andando in direzione opposta. La legge di bilancio 2025 ha abolito l’osservatorio nazionale per il contrasto all’azzardo patologico, ha cancellato il fondo (inizialmente di 50 milioni di euro, poi ridotto a 44 milioni) e ha istituito un unico fondo per le dipendenze da 94 milioni, di cui il 30 per cento da destinare all’azzardo patologico.
È stata inoltre resa strutturale la quarta estrazione settimanale del lotto, introdotta per la ricostruzione della Romagna alluvionata, proseguendo così il paradigma distorto dell’azzardo per finalità sociali.