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Tra gli studenti crescono ansia, indolenza, noia, comportamenti aggressivi e, al contempo, diminuiscono l'attenzione in classe e l'interazione con i compagni. È questo il quadro preoccupante che emerge da una indagine condotta da Nomisma per fotografare i comportamenti degli studenti nel nuovo contesto sociale post pandemico e, al contempo, individuare le priorità e le preoccupazioni degli insegnanti che si accingono ad affrontare il nuovo anno scolastico appena iniziato.
Le preoccupazioni dei prof
Nello specifico, la maggioranza dei docenti identifica nei comportamenti degli alunni il principale rischio connesso alla propria professione, con il tema della sorveglianza e supervisione degli alunni che rappresenta un fonte di crescente preoccupazione. La ricerca - che ha coinvolto un panel di docenti di scuola primaria, secondaria di primo e di secondo grado su tutto il territorio nazionale - va a inserirsi all'interno degli Osservatori che Nomisma realizza per mappare l'evoluzione degli stili di vita e di comportamento degli italiani e ha consentito di sondare la percezione dei docenti riguardo i “rischi del mestiere” legati alla propria professione.
I rischi del mestiere
Dalla ricerca risulta che il 71% dei docenti identifica nei comportamenti degli alunni uno tra i principali rischi connessi alla propria professione, acuito spesso dalla mancanza di risorse e supporto da parte dell'istituzione scolastica (per il 47% dei rispondenti).
Tre insegnanti su quattro hanno inoltre notato un aumento sia dei comportamenti aggressivi, sia di indolenza e noia tra gli alunni. Va però sottolineato come un docente su due abbia notato tra i ragazzi un maggiore rispetto delle diversità e inclusione e, in uno caso su cinque, anche maggior impegno civico rispetto al passato.