Silvia Albano è una giudice, guida la sezione immigrazione del Tribunale Civile di Roma ed è presidente di Magistratura Democratica: è profondamente contraria a quella che definisce la riforma della magistratura, non della giustizia.
A suo parere quella Nordio è una riforma che va “letta” assieme a quella del premierato e dell’autonomia differenziata e al decreto sicurezza, che conducono “Verso un’altra forma di Stato e di democrazia”. Secondo Albano “si sta andando verso un modello in cui il momento democratico sarà ridotto al momento delle elezioni, ma questa non è democrazia. La democrazia è fatta di limitazione del potere a partire da quello esecutivo, di pesi e contrappesi, di garanzia del pluralismo, di uno Stato che appartenga a tutti”.
E questa riduzione della democrazia è evidente, secondo la giudice, anche osservando “il metodo con cui questa riforma è stata approvata. La Costituzione appartiene a tutti e tutte, mentre una riforma di questa portata non solo è stata approvata a colpi di maggioranza, ma senza nemmeno poterla discutere né con l’opposizione né con la società civile, con l’accademia, con gli esperti”.
E ciò che è più grave per Albano è che “i primi a subire questa riforma saranno i cittadini, perché avendo dei giudici meno indipendenti ci sarà meno possibilità di garantire i loro diritti di fronte ai potenti”.






















