"Solo promesse e belle parole quelle fatte dal nuovo Governo e veicolate dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio, a favore del Corpo di Polizia penitenziaria che, inevitabilmente, sono finite ieri, con la bozza della manovra finanziaria, che prevede 36 milioni di tagli per i prossimi tre anni, da conseguire mediante la riorganizzazione e l’efficientamento dei servizi degli istituti penitenziari presenti su tutto il territorio nazionale, in particolare con la ripianificazione dei posti di servizio e la razionalizzazione del personale". E' quanto afferma in una nota la Fp Cgil nazionale.

"A questi, vanno aggiunti i tagli al Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità per oltre un milione e mezzo per l’efficientamento dei processi di lavoro, per l’attuazione dei provvedimenti penali emessi dall’autorità giudiziaria e per la razionalizzazione della gestione del servizio mensa per il personale", prosegue il sindacato.

"Durante la sua prima uscita pubblica in occasione della presentazione del calendario 2023 della Polizia penitenziaria, il ministro in carica, ma evidentemente non con gli effettivi poteri da ministro, si era sbilanciato con parole di rilancio del Corpo, di meriti, di valorizzazione e di un suo personale impegno a favore di tutto il sistema penitenziario. Se tutto ciò significa 36 + 1,5 milioni di tagli, grazie signor ministro, la preghiamo di 'valorizzare' altri settori", rileva ancora la sigla di categoria.

"Il Paese è un sistema e in questo sistema le carceri sono sempre state considerate il fanalino di coda. Ma una cosa sarà presto evidente: risparmiare a oltranza sulle carceri e sull’unica forza di Polizia che continua a garantire la sicurezza dei penitenziari italiani, nonostante le enormi carenze di organico e una professionalità quasi azzerata dalla mancanza di formazione e mezzi, è una pessima idea, di cui ci auguriamo fortemente che di questo, prima o poi, non debba farsene carico il ministro dell’Interno", conclude la Funzione pubblica Cgil.