“La riforma del Codice degli appalti e l'attuazione della legge delega devono essere oggetto di un confronto serrato e di merito, non di una consultazione on-line”. A dirlo è il segretario confederale Cgil Giuseppe Massafra, annunciando di non partecipare alla consultazione del ministero delle Infrastrutture: “Chiediamo un tavolo presso la presidenza del Consiglio, così come da impegni presi dal ministro Fitto nel recente incontro con i sindacati”

Il segretario Massafra sottolinea che “quando si parla di appalti, si parla di cantieri, ma anche di servizi, concessioni e forniture, diritti e tutele dei lavoratori”. Il Codice degli appalti, infatti, riguarda “milioni di lavoratori, cui vanno garantite tutte le tutele economiche e normative già previste dall'attuale Codice, cui aggiungere le importanti conquiste ottenute con l'approvazione della legge delega 78/2022”.

Per il dirigente sindacale, l'importante lavoro preparatorio “svolto dal Consiglio di Stato per i testi finora diffusi deve essere completato da norme chiare e certe, anzitutto, sulla applicazione dei contratti nazionali e territoriali sottoscritti dalle organizzazioni sindacali e datoriali comparativamente più rappresentative, attinenti all'attività di appalto svolto anche in maniera prevalente, garantendo inoltre l'estensione delle procedure di verifica proposte sulle eventuali anomalie”.

Servono norme chiare e certe anche sulla “parità di trattamento economico e normativo tra lavoratori in appalto e lavoratori in subappalto, con obbligo ad applicare lo stesso ccnl come previsto dal dl 77/2021; sulla obbligatorietà della clausola sociale a partire dagli appalti labour intensive; sull’introduzione del divieto di ribasso sui costi non solo della sicurezza, ma anche della manodopera; sul mantenimento del divieto dei sub appalti a cascata che, in caso contrario, renderebbero più difficile i controlli e destrutturerebbero industrialmente le imprese”.

Il segretario confederale Cgil Massafra così conclude: “Questi i punti che, insieme al rispetto delle norme suggerite dall'Anac e dalle attuali procedure antimafia, e insieme a una maggiore qualificazione delle stazioni appaltanti, vorremmo portare all'eventuale tavolo di confronto, pronti a sostenere le nostre ragioni, di metodo e di merito, con tutti gli strumenti a nostra disposizione”.